Il Decreto Legislativo 39/2021, attuativo della Legge 86/2019 sulla semplificazione degli adempimenti degli organismi sportivi, ha introdotto un‘importante novità per le associazioni e società sportive: l’obbligo di dotarsi di modelli organizzativi di gestione e controllo, noti come “modello 231”. Questa disposizione rappresenta un passo significativo verso una maggiore responsabilizzazione e trasparenza nel mondo dello sport, con l’obiettivo di prevenire e contrastare fenomeni di violenza, discriminazione e illeciti.
L’obbligo per gli enti sportivi di adottare modelli organizzativi 231
L’articolo 16 del D.Lgs. 39/2021 prevede che le associazioni e società sportive, sia dilettantistiche che professionistiche, debbano adottare, entro 12 mesi dalla comunicazione delle linee guida da parte delle Federazioni sportive nazionali, modelli organizzativi e di controllo dell‘attività sportiva, nonché codici di condotta conformi a tali modelli. Questa norma si collega direttamente al D.Lgs. 231/2001 sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, estendendo di fatto l’applicabilità dei modelli 231 anche al settore sportivo.
I modelli 231 sono strumenti di prevenzione e gestione del rischio di commissione di reati nell’interesse o a vantaggio dell‘ente. La loro adozione consente di individuare le aree di attività più esposte a rischi di illeciti, definire procedure e protocolli per prevenirli, formare il personale e nominare un organismo di vigilanza indipendente. In caso di commissione di reati presupposto, l’ente che abbia efficacemente adottato e attuato un modello 231 può beneficiare di un’esimente o attenuante della responsabilità.
I benefici dell’adozione dei modelli 231 per gli enti sportivi
L’adozione di un modello 231 non ha solo un‘efficacia preventiva, ma anche un’importante efficacia esimente a posteriori, qualora vengano commessi i reati presupposto previsti dalla L. 231/2001. Infatti, se l’ente prova di aver adeguatamente ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, modelli idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi, può essere esonerato da responsabilità.
Questa disposizione rappresenta una differenza sostanziale rispetto alla L. 231/2001, che non impone l‘adozione dei modelli ma la lascia alla discrezionalità dell‘ente. Nel settore sportivo, invece, l’adozione dei modelli 231 diventa obbligatoria, pena l’applicazione di sanzioni.
L’adozione del Codice di condotta conforme al MOG
L’articolo 16 del D.Lgs. 39/2021 mira a responsabilizzare il mondo sportivo, qualificando il gestore dell’impianto come garante dello svolgimento corretto dell’attività sportiva, con particolare attenzione alla tutela dei minori e alla prevenzione di molestie, violenze e discriminazioni.
Il Codice di condotta che gli enti sportivi devono adottare deve essere conforme ai principi del D.Lgs. 198/2006 (Codice delle pari opportunità), che definisce i concetti di discriminazione diretta e indiretta, molestia e molestia sessuale, e sanziona le discriminazioni di genere nell’ambito lavorativo.
Oltre al Codice di condotta, il Legislatore ha introdotto altre disposizioni a tutela dei minori nel D.Lgs. 36/2021, come la nomina del Responsabile della Protezione dei Giovani, norme sul tesseramento dei minori e sulla promozione della parità di genere.
Indicazioni operative per l’adozione del modello 231
Per adempiere correttamente all‘obbligo di adozione dei modelli 231 e dei codici di condotta, gli enti sportivi devono:
- Effettuare un’approfondita analisi dei rischi di commissione dei reati presupposto, individuando le aree di attività più esposte e i soggetti coinvolti.
- Creare un sistema di controllo idoneo a prevenire o ridurre il rischio di commissione di illeciti, con indicazione delle sanzioni applicabili.
- Nominare un organismo di vigilanza (OdV) preposto alla corretta applicazione e aggiornamento del modello.
Queste attività richiedono ingenti investimenti e competenze specifiche, che potrebbero mettere in difficoltà molte realtà sportive. Per agevolare l‘adempimento, il Legislatore ha previsto che le Federazioni sportive nazionali, le Discipline sportive associate, gli Enti di promozione sportiva e le Associazioni benemerite redigano linee guida per la predisposizione dei modelli 231 e dei codici di condotta, sulla base delle caratteristiche delle diverse associazioni e società sportive.
Gli enti che non adempiono all’obbligo di adozione dei modelli entro 12 mesi dalla comunicazione delle linee guida sono soggetti a sanzioni disciplinari da parte delle Federazioni di affiliazione, che possono includere l’esclusione da competizioni ufficiali, la perdita di finanziamenti pubblici o restrizioni alle attività.
Conclusione
L’obbligo per gli enti sportivi di adottare modelli organizzativi 231 rappresenta una svolta epocale nella prevenzione degli illeciti e nella promozione di valori etici nello sport. Nonostante le difficoltà iniziali, questa riforma potrà contribuire a rendere il mondo sportivo più trasparente, responsabile e rispettoso dei diritti di tutti. Sarà fondamentale che le Federazioni emanino linee guida chiare e che le associazioni e società si impegnino attivamente nell‘adozione e attuazione efficace dei modelli, cogliendo questa opportunità di crescita e miglioramento.
Domande e Risposte
D: Cosa sono i modelli organizzativi 231 e perché sono importanti per gli enti sportivi?
R: I modelli organizzativi 231 sono sistemi di prevenzione e gestione del rischio di commissione di reati nell‘interesse o a vantaggio dell‘ente, previsti dal D.Lgs. 231/2001 sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche. L‘obbligo di adottarli anche per gli enti sportivi, introdotto dal D.Lgs. 39/2021, mira a prevenire fenomeni di violenza, discriminazione e illeciti nel mondo dello sport, promuovendo una cultura della legalità e del rispetto.
D: Quali sono i principali contenuti dei modelli 231 per gli enti sportivi?
R: I modelli 231 per gli enti sportivi dovranno individuare le aree di attività più esposte a rischi di illeciti (es. combine, scommesse illecite, abusi su minori, discriminazioni), definire procedure e protocolli per prevenirli, formare il personale e nominare un organismo di vigilanza indipendente. Dovranno inoltre includere un codice etico che promuova valori di integrità, inclusione e rispetto.
D: Quali sono i vantaggi dell‘adozione dei modelli 231 per gli enti sportivi?
R: L’adozione efficace di un modello 231 consente agli enti sportivi di prevenire e gestire i rischi di illeciti, tutelando i propri tesserati, soprattutto i soggetti più vulnerabili come i minori. Inoltre, in caso di commissione di reati presupposto, l’ente potrà beneficiare di un’esimente o attenuante della responsabilità. Più in generale, i modelli 231 promuovono una cultura della legalità, della trasparenza e dell’etica sportiva, migliorando la reputazione e l’affidabilità dell‘ente.
D: Quali sfide comporta l’obbligo di adozione dei modelli 231 per gli enti sportivi?
R: L’adeguamento al nuovo obbligo richiederà agli enti sportivi, soprattutto quelli di piccole dimensioni, di investire risorse per la progettazione, l‘adozione e l‘attuazione dei modelli 231. Sarà necessario un impegno organizzativo per mappare i rischi, definire procedure, formare il personale e nominare l‘organismo di vigilanza. Fondamentale sarà il ruolo delle Federazioni nell’emanare linee guida chiare e fornire supporto agli enti affiliati in questo percorso.