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Mancata stipula della polizza catastrofale: quali sono le conseguenze

6 Marzo, 2025

La Legge di Bilancio 2024 ha introdotto per le imprese italiane l’obbligo di stipulare polizze assicurative contro i danni derivanti da eventi catastrofali entro il 31 marzo 2025. Sebbene la normativa non preveda sanzioni dirette per gli inadempienti, emerge un quadro di potenziali conseguenze indirette che potrebbero avere un impatto significativo sulla gestione aziendale. Questo approfondimento analizza quali contributi pubblici potrebbero essere preclusi alle imprese che non rispettano quest’obbligo.

Il quadro normativo delle conseguenze per l’inadempimento

La disciplina sulle polizze catastrofali obbligatorie, regolamentata dall’articolo 1, commi 101-112 della Legge 30 dicembre 2023, n. 213 (Legge di Bilancio 2024) e dal recente Decreto Ministeriale 30 gennaio 2025, n. 18, presenta un approccio particolare in materia sanzionatoria. Contrariamente a quanto avviene per altri obblighi di natura fiscale o contributiva, non sono previste multe o sanzioni amministrative dirette per le imprese che non sottoscrivono le polizze entro la scadenza stabilita.

Il legislatore ha invece optato per un meccanismo di conseguenze indirette, particolarmente incisivo: chi non si adegua all’obbligo rischia di vedere compromesso l’accesso a una serie di benefici pubblici. L’articolo 1, comma 102 della Legge n. 213/2023 prevede infatti che “dell’inadempimento dell’obbligo si dovrà tenere conto nell’assegnazione di sovvenzioni, agevolazioni o altri sostegni finanziari pubblici“.

Questa formulazione generica, che non specifica quali tipologie di contributi sarebbero interessati, ha generato incertezze interpretative che il decreto attuativo non ha del tutto dissipato.

Tipologie di contributi pubblici potenzialmente preclusi

Pur in assenza di un elenco tassativo e dettagliato, dalle disposizioni normative e dalle interpretazioni degli operatori del settore emergono diverse categorie di contributi pubblici che potrebbero essere preclusi alle imprese inadempienti.

Contributi per eventi calamitosi e catastrofali

Il primo e più diretto ambito di esclusione riguarda proprio i contributi erogati in occasione di eventi calamitosi. Le imprese non assicurate potrebbero vedersi negati “contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario a valere su risorse pubbliche, anche con riferimento a quelle previste in occasione di eventi calamitosi e catastrofali“.

Questa esclusione appare coerente con la ratio della norma, che mira a ridurre l’impatto economico delle calamità naturali sulle finanze pubbliche, incentivando un sistema di protezione basato su meccanismi assicurativi privati.

L’aspetto particolarmente critico di questa previsione è che l’impresa non assicurata, in caso di eventi catastrofali come terremoti, alluvioni o frane, potrebbe trovarsi nella situazione di dover affrontare i danni senza poter contare né sulla copertura assicurativa né sugli aiuti statali di emergenza, con potenziali ripercussioni sulla sopravvivenza stessa dell’attività.

Agevolazioni finanziarie e fiscali di carattere generale

La portata della norma non si limita ai soli contributi legati a eventi catastrofali, ma si estende potenzialmente a tutti i tipi di sostegni finanziari pubblici. Questo significa che potrebbero essere precluse anche “agevolazioni o altri sostegni finanziari pubblici anche non riguardanti gli eventi calamitosi“.

In questa categoria rientrano verosimilmente:

  • Crediti d’imposta per investimenti produttivi,
  • Agevolazioni per l’innovazione tecnologica,
  • Incentivi per l’assunzione di personale,
  • Contributi per l’internazionalizzazione,
  • Finanziamenti agevolati per lo sviluppo d’impresa.

La formulazione ampia e generica della disposizione lascia aperta la possibilità che qualsiasi forma di sostegno economico proveniente da risorse pubbliche possa essere condizionata all’adempimento dell’obbligo assicurativo.

Partecipazione a gare e appalti pubblici

Oltre alle agevolazioni finanziarie dirette, esiste il rischio concreto che le imprese inadempienti possano subire limitazioni anche nella partecipazione a gare e appalti pubblici. Questa interpretazione, avanzata da alcune associazioni di categoria, vede nella mancata stipula della polizza un possibile motivo di esclusione dalle procedure di affidamento di lavori, servizi e forniture da parte della pubblica amministrazione.

Tale conseguenza, se confermata nella prassi applicativa, avrebbe un impatto particolarmente significativo per le aziende che hanno nella pubblica amministrazione un cliente importante, fino a compromettere seriamente la loro operatività sul mercato.

Limitazioni nell’accesso al credito

Una ulteriore potenziale conseguenza indiretta, ma non meno rilevante, riguarda le possibili limitazioni nell’accesso al credito. Sebbene questo aspetto non sia direttamente regolamentato dalla normativa sulle polizze catastrofali, è ragionevole ipotizzare che gli istituti di credito possano tenere in considerazione l’inadempimento dell’obbligo assicurativo nella valutazione del merito creditizio dell’impresa.

In particolare, le banche potrebbero considerare la mancanza di copertura assicurativa contro eventi catastrofali come un fattore di rischio aggiuntivo, soprattutto per le imprese localizzate in aree geografiche particolarmente esposte a tali eventi, con conseguenze potenzialmente negative sulla concessione di finanziamenti o sulle condizioni applicate.

La questione interpretativa e le incertezze applicative

Un elemento critico che emerge dall’analisi della normativa è l’assenza di precise indicazioni su come l’inadempimento dell’obbligo debba effettivamente incidere sull’assegnazione dei contributi pubblici. La formulazione secondo cui “si dovrà tenere conto” dell’inadempimento lascia spazi interpretativi significativi, che potrebbero portare a applicazioni disomogenee da parte delle diverse amministrazioni pubbliche.

Come rilevato da alcuni commentatori, “il concetto non è bene chiaro ed è auspicabile un chiarimento in merito”. L’interpretazione prevalente suggerisce che i contributi pubblici “verosimilmente non saranno spettanti” alle imprese inadempienti, ma l’assenza di parametri oggettivi potrebbe creare incertezze applicative.

Considerazioni sulla proporzionalità delle conseguenze

Un ulteriore aspetto da considerare riguarda la proporzionalità delle conseguenze rispetto alla gravità dell’inadempimento. Non è chiaro, infatti, se l’esclusione dai benefici pubblici opererà in modo automatico e totale per qualsiasi impresa inadempiente, o se vi saranno meccanismi di gradualità che terranno conto, ad esempio, delle dimensioni dell’impresa, del valore dei beni non assicurati o del livello di rischio della zona geografica in cui l’impresa è localizzata.

La mancanza di indicazioni precise su questo punto potrebbe generare situazioni di disparità di trattamento, con effetti potenzialmente più gravosi per le piccole e medie imprese, per le quali l’accesso ai contributi pubblici rappresenta spesso una componente significativa per la sostenibilità economica e finanziaria.

Conclusione

L’analisi delle possibili conseguenze per le imprese che non sottoscrivono le polizze catastrofali obbligatorie evidenzia un quadro di potenziale esclusione da un’ampia gamma di benefici pubblici, che va ben oltre i soli contributi legati agli eventi calamitosi. Sebbene non siano previste sanzioni dirette, le conseguenze indirette potrebbero rivelarsi particolarmente gravose, soprattutto per le imprese la cui operatività dipende in misura significativa dall’accesso a contributi pubblici o dalla partecipazione a gare d’appalto.

La formulazione generica della norma e l’assenza di un elenco tassativo dei contributi preclusi lasciano tuttavia spazi interpretativi che potrebbero portare a applicazioni disomogenee. È auspicabile, pertanto, che vengano forniti chiarimenti ufficiali che definiscano con maggiore precisione l’ambito di applicazione delle conseguenze per l’inadempimento dell’obbligo assicurativo, al fine di garantire certezza del diritto e parità di trattamento tra le imprese.

Nel frattempo, appare prudente per le imprese procedere alla stipula delle polizze entro il termine del 31 marzo 2025, considerando che il costo della copertura assicurativa potrebbe risultare significativamente inferiore rispetto ai potenziali svantaggi derivanti dall’esclusione dai benefici pubblici.

In sintesi

IN SINTESI


Qual è l’obbligo introdotto dalla Legge di Bilancio 2024 per le imprese italiane? Le imprese devono stipulare polizze assicurative contro i danni da eventi catastrofali entro il 31 marzo 2025.


Quali sono le conseguenze per chi non rispetta l’obbligo? Non sono previste sanzioni dirette, ma l’inadempimento può comportare l’esclusione da sovvenzioni, agevolazioni e altri sostegni finanziari pubblici.


Quali tipi di contributi pubblici potrebbero essere preclusi? Potrebbero essere negati contributi per eventi calamitosi, agevolazioni fiscali e finanziarie, incentivi per l’innovazione e l’occupazione, fondi per l’internazionalizzazione e finanziamenti agevolati.


Le imprese inadempienti rischiano anche di essere escluse da appalti pubblici? Sì, alcune interpretazioni suggeriscono che la mancata stipula della polizza potrebbe costituire un motivo di esclusione dalle gare pubbliche.


Ci sono effetti sull’accesso al credito? Le banche potrebbero considerare la mancanza di assicurazione un fattore di rischio, limitando la concessione di finanziamenti o peggiorandone le condizioni.


Ci sono incertezze interpretative sulla norma? Sì, la formulazione generica lascia spazio a interpretazioni diverse, con il rischio di applicazioni disomogenee da parte delle amministrazioni pubbliche.

 

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