info@studiopizzano.it

Nuove dilazioni contributive inps e inail: come rateizzare fino a sessanta mensilità dal 2025

28 Gennaio, 2025

L’ultima novità inserita nel Collegato Lavoro, ovvero la legge n. 203/2024, permette di estendere fino a sessanta rate mensili il piano di pagamenti destinato a chi deve versare contributi e premi assicurativi a INPS e INAIL. Questo provvedimento, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2025, riguarda i debiti non ancora affidati all’Agente della Riscossione e introduce procedure semplificate, consentendo una gestione più flessibile dei versamenti senza l’obbligo di autorizzazione preventiva del Ministero del Lavoro.

Gli obiettivi della nuova norma

Il Collegato Lavoro ha stabilito che, a partire dal 2025, i soggetti con debiti in corso verso gli enti previdenziali e assicurativi possano adottare piani di rateizzazione fino a sessanta scadenze mensili. Questo meccanismo si applica esclusivamente ai debiti non ancora passati in carico ai concessionari della riscossione e rappresenta un’evoluzione rispetto alle regole precedenti che fissavano un numero di rate sensibilmente inferiore.

Il nuovo modello di rateazione è disciplinato dall’articolo 23 della legge n. 203/2024, il quale modifica alcune parti dell’articolo 2 del decreto legge n. 338/1989. Tale intervento legislativo, come chiarito dal testo di legge, mira a semplificare l’accesso ai piani di dilazione, in modo da renderli più adeguati alle difficoltà economiche dei contribuenti, specialmente in periodi caratterizzati da incertezza finanziaria.

Cosa cambia rispetto al passato

Prima di questa riforma, i contribuenti che intendevano saldare i debiti INPS e INAIL entro sessanta mesi potevano farlo soltanto in casi determinati, richiedendo un’autorizzazione specifica rilasciata dal Ministero del Lavoro. Tale permesso era basato sull’articolo 116, comma 17, della legge n. 388/2000, che vincolava la concessione a situazioni eccezionali, come gravi controversie giurisprudenziali o mancati versamenti legati a fatti dolosi di terzi. Oltre a queste ipotesi, in generale, veniva previsto un tetto di ventiquattro rate, eventualmente prorogabile fino a trentasei in presenza di calamità naturali, procedure concorsuali o difficoltà finanziarie momentanee.

Con l’entrata in vigore del nuovo impianto normativo, non è più necessaria alcuna autorizzazione ministeriale per beneficiare di un piano di rientro fino a sessanta rate. L’obiettivo è offrire un mezzo semplice e diretto, soprattutto per quelle realtà che hanno avuto problemi di liquidità temporanei.

Prospettive future

È importante sottolineare che i dettagli operativi, in particolare i requisiti soggettivi e oggettivi per accedere alla nuova dilazione, saranno stabiliti da un decreto attuativo che il Ministero del Lavoro adotterà di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Gli operatori del settore e i contribuenti interessati dovranno dunque prestare attenzione ai criteri che verranno introdotti nei prossimi mesi.

Questa modifica, nata con la legge n. 203/2024, intende favorire la regolarizzazione graduale dei debiti, incentivando imprese e professionisti a risanare la loro posizione contributiva senza incorrere in procedure esecutive più gravose. Si tratta di un’opportunità che potrebbe offrire una boccata d’ossigeno a diverse categorie di lavoratori e aziende in una fase economica ancora incerta.

Articoli correlati