L’obbligo di stipulare polizze contro eventi catastrofali per le imprese italiane sta sollevando numerose criticità applicative. Confindustria, tramite il suo presidente Angelo Camilli, ha avanzato una richiesta formale di rinvio dei termini previsti dal decreto attuativo pubblicato il 28 febbraio, evidenziando come la mancanza di chiarezza su numerosi aspetti tecnici rischi di trasformare questa misura in un ulteriore aggravio economico per il sistema produttivo.
La richiesta di rinvio: motivazioni tecniche e tempistiche
Confindustria scende in campo per chiedere una proroga dell’entrata in vigore del decreto attuativo sulle polizze catastrofali. Angelo Camilli ha messo in luce come “senza un’adeguata prevenzione, questa misura rischia di trasformarsi in una nuova tassa che non riduce la fragilità del territorio, ma si limita a scaricare sulle imprese i costi legati al rischio di eventi naturali“.
Attualmente, restano solo 13 giorni per implementare un sistema assicurativo complesso che presenta ancora molte zone d’ombra. Il termine del 31 marzo appare insufficiente per garantire alle imprese una corretta comprensione e applicazione della normativa.
“L’aspetto che maggiormente preoccupa le aziende riguarda la mancanza di chiarezza nell’applicazione pratica delle disposizioni“, spiega Camilli. “Abbiamo necessità di definire meglio alcuni aspetti ancora da chiarire riguardanti tanto i criteri quanto i rischi copribili, soprattutto nella fase transitoria dell’obbligo“.
Criticità tecniche e applicative della normativa
La normativa attuale lascia aperti diversi interrogativi che rendono difficile per le imprese conformarsi correttamente all’obbligo assicurativo. Le criticità principali riguardano innanzitutto il perimetro di applicazione, poiché non risulta chiaro quali tipologie di imprese e quali specifici rischi debbano essere coperti dalle polizze. Si aggiungono poi le incertezze sui criteri di determinazione dei premi, mancando una metodologia univoca che possa guidare le compagnie assicurative nella definizione dei costi. Resta anche da chiarire quale sarà il livello di copertura, la contrattualistica e in quali situazioni le imprese potranno richiedere indennizzi per la mitigazione dei rischi.
Questi aspetti richiedono un quadro normativo più trasparente per consentire una corretta applicazione della norma. Come sottolinea Camilli: “La preventiva definibilità del rischio rappresenta il fattore cruciale affinché il ministero possa valutare adeguatamente la richiesta di chiarimenti avanzata dalle imprese“.
Gli effetti economici dell’obbligo assicurativo
L’impatto economico dell’obbligo di stipulare polizze catastrofali solleva preoccupazioni significative nel tessuto imprenditoriale italiano. Secondo le stime di Confindustria, circa 3 milioni di aziende saranno interessate dall’obbligo di stipulare coperture contro calamità naturali e catastrofi.
La quota di liquidazione prevista, fissata al 30% del danno, viene considerata insufficiente rispetto ai premi richiesti, che potrebbero arrivare fino a decine di migliaia di euro per le imprese più esposte alle calamità. Questo squilibrio potrebbe trasformare l’obbligo assicurativo in un mero trasferimento di risorse dalle imprese alle compagnie assicurative.
“Se il meccanismo non viene calibrato correttamente, rischiamo di pagare premi molto cari senza ottenere un’adeguata copertura“, afferma Camilli. “Le prime imprese che si sono avvicinate alle compagnie assicurative per richiedere preventivi hanno ricevuto segnali allarmanti sui costi previsti“.
Proposte alternative e soluzioni possibili
Confindustria non si limita a richiedere una proroga, ma avanza anche proposte concrete per migliorare l’efficacia del sistema. Tra queste emerge l’idea di una gradualità nell’applicazione dell’obbligo, prevedendo un’introduzione progressiva che consenta alle imprese di adattarsi alle nuove disposizioni. Si discute anche la possibilità di incentivi fiscali, contemplando deduzioni o crediti d’imposta che possano bilanciare i costi aggiuntivi per le imprese. Fondamentale risulta poi la richiesta di maggiore chiarezza normativa, attraverso l’elaborazione di linee guida dettagliate che definiscano con precisione l’ambito di applicazione e i criteri di determinazione dei premi.
“La nostra preoccupazione principale riguarda la prospettiva che l’azienda, priva di copertura, non possa accedere alle agevolazioni o incentivi pubblici”, spiega il presidente di Confindustria. “Serve una regolamentazione chiara e trasparente, che bilanci adeguatamente la necessità di protezione con la sostenibilità economica per le imprese“.
Implicazioni per il sistema produttivo
Le conseguenze dell’attuale impostazione normativa potrebbero essere significative per il sistema produttivo italiano. Secondo l’analisi di Confindustria, l’introduzione dell’obbligo assicurativo senza adeguati correttivi potrebbe penalizzare particolarmente le piccole imprese, che avrebbero maggiori difficoltà a sostenere i costi aggiuntivi. Si teme anche la creazione di disparità territoriali, con premi assicurativi potenzialmente più elevati nelle aree già svantaggiate dal punto di vista infrastrutturale. Non va sottovalutato il rischio di riduzione della competitività in un contesto internazionale dove simili obblighi non sono sempre presenti.
“La norma potrebbe avere effetti retroattivi in assenza di una proroga“, avverte Camilli. “Questo risulterebbe particolarmente problematico per le realtà più piccole, già provate dalle recenti crisi economiche“.
Prospettive future
La richiesta di proroga avanzata da Confindustria rappresenta un tentativo di garantire che la transizione verso un sistema assicurativo obbligatorio per gli eventi catastrofali avvenga in modo ordinato e sostenibile.
Il dialogo con le istituzioni rimane aperto, ma finora le risposte ricevute non hanno soddisfatto le esigenze del mondo produttivo. “Abbiamo avanzato richieste di chiarimento a più riprese, ma non abbiamo ancora ricevuto risposte esaustive“, conclude Camilli.
La vicenda delle polizze catastrofali dimostra come la transizione verso sistemi di gestione del rischio più strutturati richieda un attento bilanciamento tra esigenze di protezione e sostenibilità economica. La sfida per il legislatore sarà quella di trovare un punto di equilibrio che consenta di rafforzare la resilienza del sistema produttivo senza comprometterne la competitività.
In sintesi
IN SINTESI Perché Confindustria chiede una proroga dell’obbligo delle polizze catastrofali? Perché la normativa attuale presenta ancora molte incertezze tecniche e applicative, rendendo difficile alle imprese conformarsi entro il termine del 31 marzo. Quali sono le principali criticità applicative evidenziate dalle imprese? Le imprese lamentano una mancanza di chiarezza riguardo alle tipologie di aziende coinvolte, ai rischi specifici da coprire, ai criteri per determinare i premi assicurativi e ai meccanismi contrattuali e di indennizzo. Quali rischi economici comporta l’obbligo delle polizze catastrofali per le aziende? L’obbligo rischia di tradursi in un aggravio economico significativo, dato che i premi richiesti sono elevati rispetto alle coperture previste, con il rischio di trasferire risorse dal sistema produttivo alle compagnie assicurative senza una reale protezione efficace. Quali proposte alternative sono state avanzate da Confindustria? Confindustria propone un’introduzione graduale dell’obbligo, incentivi fiscali come deduzioni o crediti d’imposta, e maggiore chiarezza normativa con linee guida dettagliate per bilanciare costi e protezione delle aziende. Quali implicazioni potrebbe avere questa normativa sul sistema produttivo italiano? L’obbligo assicurativo potrebbe penalizzare soprattutto le piccole imprese, creare disparità territoriali e ridurre la competitività internazionale, aumentando le difficoltà economiche già presenti nel sistema produttivo. Qual è la situazione attuale nel dialogo con le istituzioni? Nonostante ripetute richieste di chiarimento avanzate da Confindustria, le istituzioni non hanno ancora fornito risposte esaurienti; il dialogo resta aperto ma insoddisfacente per le imprese. |