La recente revisione della normativa sulla rateizzazione dei debiti fiscali introduce un meccanismo più snello per le società in liquidazione, consentendo di accedere a piani di dilazione fino a un massimo di 84 rate senza dover fornire alcuna relazione asseverata. Questa novità potrebbe sembrare un’opportunità interessante, ma suscita anche interrogativi sulla coerenza con i principi di vigilanza preventiva contenuti nel Codice della crisi d’impresa. Di seguito, analizziamo in dettaglio le caratteristiche di questa procedura, le ricadute pratiche e le possibili criticità che ne derivano.
Nuove procedure di rateizzazione
La trasformazione del vecchio modello R1 nel nuovo modello RS ha inaugurato una fase in cui le società in liquidazione possono ottenere, in maniera quasi automatizzata, una dilazione fino a 84 rate per importi che non superino una determinata soglia. Questa semplificazione è frutto di un recente decreto che ha eliminato l’onere di dimostrare l’esistenza di una situazione di crisi. Per accedere a questo beneficio, le società possono inviare la domanda tramite Posta elettronica certificata oppure recarsi agli sportelli dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
Un ulteriore strumento a disposizione è il servizio telematico “Rateizza Adesso”, che permette di inoltrare la richiesta direttamente dalla propria area riservata sul sito dell’Agenzia. Grazie a questo canale online, anche i soggetti meno esperti hanno la possibilità di ottenere rapidamente un piano di rientro, senza il coinvolgimento diretto di consulenti o professionisti.
Effetti sulle società in liquidazione
Il nuovo regime risulta vantaggioso in particolare per le società che si trovano in fase di scioglimento. Infatti, un piano di dilazione fino a 84 rate consentirebbe loro di gestire i rapporti debitori in modo da diluire il debito nel tempo, offrendo più spazio per organizzare la liquidazione.
In un ipotetico esempio, una società costretta a chiudere per motivi di mercato potrebbe decidere di impiegare i propri mezzi finanziari su più mesi, salvaguardando alcuni rapporti di fornitura e accelerando la vendita di beni residuali.
La mancanza di un esame professionale a monte, tuttavia, potrebbe favorire operazioni meno trasparenti, in cui la rateizzazione diventa un metodo per rinviare il problema dell’insolvenza effettiva. È quindi fondamentale monitorare le procedure al fine di evitare un utilizzo distorto di questa opportunità.
Confronto con il Codice della crisi d’impresa
Il Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza si basa su strumenti di allerta che puntano a intercettare in anticipo le situazioni di squilibrio. Nella nuova rateizzazione, invece, il contenimento dei controlli preliminari sembra entrare in tensione con la filosofia del Codice, che promuove interventi tempestivi per prevenire fallimenti o insolvenze pesanti.
Se da un lato questa dilazione può apparire una boccata d’ossigeno per chi si trova in difficoltà, dall’altro rischia di posticipare la resa dei conti, generando un effetto domino di debiti insoluti. Vale la pena evidenziare, però, che il principio di par condicio creditorum rimane comunque la stella polare: anche con piani a lungo termine, i creditori dovrebbero essere trattati in modo equo, senza comprimere eccessivamente le prerogative delle altre parti coinvolte.
Dilazione più lunga: rischi e benefici
I nuovi 84 mesi di rateizzazione introducono indubbiamente flessibilità per chi intende estinguere gradualmente i propri debiti tributari. Ciò è particolarmente utile nel contesto di una liquidazione volontaria, dove la società deve destinare risorse limitate a più creditori contemporaneamente. Tale margine di respiro, però, potrebbe tradursi in un minore presidio degli interessi dell’Erario, laddove la dilazione sia concessa a entità che versano in condizioni precarie e prive di un reale piano di risanamento.
È opportuno rimarcare come, in casi di gravi difficoltà, i pignoramenti e le altre misure esecutive previste dalle disposizioni in vigore (tra cui quelle contenute negli articoli 48-bis e 72 del dpr 602/73) possano inficiare il buon esito di un piano industriale o di una procedura di liquidazione. Un ricorso equilibrato alle rateizzazioni potrebbe invece contribuire a mantenere attivo un minimo flusso di risorse, facilitando la chiusura ordinata delle posizioni debitorie.
Schema di sintesi
In sintesi | |
---|---|
Nuova Normativa | Rateizzazione fiscale fino a 84 rate per società in liquidazione, senza necessità di relazione asseverata. |
Modalità di Richiesta | – Tramite PEC. – Sportelli Agenzia Entrate-Riscossione. – Servizio telematico “Rateizza Adesso”. |
Vantaggi | – Dilazione del debito fino a 84 mesi. – Gestione più flessibile dei rapporti debitori. – Facilitazione del processo di liquidazione. |
Criticità Potenziali | – Rischio di rinviare l’effettiva insolvenza. – Potenziale contrasto con principi del Codice della Crisi d’Impresa. – Minore controllo preventivo. |
Impatto sul Processo di Liquidazione | – Possibilità di diluire i debiti nel tempo. – Opportunità di salvaguardare rapporti di fornitura. – Accelerazione della vendita di beni residuali. |
Considerazioni Giuridiche | – Mantenimento del principio di par condicio creditorum. – Possibili misure esecutive in caso di gravi difficoltà. |