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Ravvedimento speciale 2018-2022: nuove regole per gli anni del Covid

26 Ottobre, 2024

Il decreto Anticipi (D.L. n. 155/2024) ha introdotto significative modifiche al ravvedimento speciale per i contribuenti che aderiscono al concordato preventivo biennale (CPB), con particolare attenzione a coloro che hanno affrontato situazioni straordinarie durante il periodo pandemico. Queste nuove disposizioni mirano a colmare una lacuna normativa, offrendo soluzioni specifiche per determinare la base imponibile e l‘imposta sostitutiva per i soggetti che hanno dichiarato cause di esclusione dagli ISA legate al Covid-19 o che hanno sperimentato un’attività non regolare. Analizziamo nel dettaglio le implicazioni di queste nuove regole e il loro impatto sui contribuenti interessati.

Ambito di applicazione

Le nuove disposizioni si rivolgono a una categoria specifica di contribuenti: quelli con ricavi o compensi non superiori a 5.164.569 euro che non determinano il reddito con criteri forfetari. Per rientrare in questo regime speciale, è sufficiente che in almeno uno degli anni dal 2018 al 2022 il contribuente abbia dichiarato una causa di esclusione dall‘applicazione degli ISA correlata alla pandemia da Covid-19 o una condizione di non normale svolgimento dell’attività.

Tra le cause di esclusione legate al Covid-19, possiamo citare la diminuzione dei ricavi o dei compensi di almeno il 33% nel 2020 rispetto al 2019, l’attivazione della partita IVA dal 1° gennaio 2019, o l’esercizio prevalente di attività economiche soggette a misure restrittive particolarmente stringenti. Queste situazioni hanno creato condizioni anomale che hanno reso difficile l’applicazione degli usuali criteri di valutazione fiscale.

Calcolo della base imponibile

Per i contribuenti che rientrano in questa categoria, il legislatore ha previsto un metodo alternativo per determinare la base imponibile su cui applicare il ravvedimento speciale. Invece di basarsi sul punteggio ISA, come avviene per gli altri contribuenti, si applica un incremento forfetario del reddito dichiarato.

Nello specifico, per ciascuno degli anni dal 2018 al 2022, l’imposta sostitutiva si calcola sulla differenza tra il reddito d’impresa o di lavoro autonomo dichiarato e un incremento dello stesso pari al 25%. Questa percentuale fissa semplifica notevolmente il calcolo rispetto al sistema basato sul punteggio ISA, che prevede incrementi variabili dal 5% al 50% a seconda del livello di affidabilità fiscale.

Per comprendere meglio, consideriamo un esempio pratico. Immaginiamo un imprenditore che nel 2020 ha dichiarato un reddito d’impresa di 80.000 euro e che rientra nelle condizioni per accedere al ravvedimento speciale. La base imponibile su cui si applicherà l’imposta sostitutiva sarà calcolata come segue: 80.000 + (80.000 x 25%) = 100.000 euro. Questo metodo di calcolo si applica in modo uniforme, indipendentemente dalle specifiche circostanze che hanno portato all’esclusione dagli ISA o al non regolare svolgimento dell’attività.

Determinazione dell’imposta sostitutiva

Una volta stabilita la base imponibile, il passo successivo è il calcolo dell’imposta sostitutiva. La norma prevede un’aliquota del 12,5%, che però beneficia di una riduzione del 30%. Di conseguenza, l’aliquota effettiva applicata è dell’8,75%. Questa aliquota agevolata si applica in sostituzione delle imposte sui redditi, delle addizionali e dell’IRAP.

Riprendendo l’esempio precedente, l’imposta sostitutiva da versare per il 2020 sarà: 100.000 x 8,75% = 8.750 euro. Questo importo rappresenta il costo del ravvedimento per quell’anno specifico, permettendo al contribuente di regolarizzare la propria posizione fiscale in modo vantaggioso.

Modalità e tempistiche di versamento

Il legislatore ha previsto due opzioni per il versamento dell’imposta sostitutiva. La prima consiste in un pagamento unico da effettuarsi entro il 31 marzo 2025. In alternativa, è possibile optare per un pagamento rateale, con un massimo di 24 rate mensili di pari importo. In caso di rateizzazione, gli importi saranno maggiorati degli interessi legali a partire dal 31 marzo 2025.

È importante sottolineare che, in caso di scelta del pagamento rateale, l’opzione si perfeziona solo con il versamento di tutte le rate previste. Questo significa che il mancato pagamento anche di una sola rata potrebbe compromettere l’intero processo di ravvedimento.

Per effettuare i versamenti, i contribuenti dovranno utilizzare i codici tributo specifici, approvati con la risoluzione n. 50/E del 17 ottobre 2024. Questi codici permettono una corretta imputazione dei pagamenti, facilitando la gestione amministrativa del ravvedimento.

Effetti e limitazioni del ravvedimento

L’adesione al ravvedimento speciale comporta importanti conseguenze sul piano fiscale. Una volta effettuato il versamento in unica soluzione o durante il regolare pagamento rateale, il contribuente beneficia di una sorta di “scudo” contro le rettifiche del reddito d’impresa o di lavoro autonomo, sia ai fini delle imposte sui redditi che dell’IVA.

Tuttavia, questa protezione non è assoluta. Esistono infatti alcune circostanze che possono far venir meno gli effetti del ravvedimento. Tra queste, la decadenza dal concordato preventivo biennale, l’applicazione di misure cautelari personali o reali, o la notifica di un rinvio a giudizio per determinati reati tributari. È importante notare che per i reati meno gravi, come l’omesso versamento di ritenute o IVA, la copertura del ravvedimento rimane valida.

Il decreto Anticipi ha introdotto un’ulteriore limitazione specifica per i soggetti che beneficiano delle nuove regole: la copertura sulle rettifiche non si applica in caso di dichiarazione infedele della causa di esclusione legata al Covid o del non regolare svolgimento dell’attività. Questa clausola mira a prevenire abusi del sistema, assicurando che solo chi ha effettivamente subito gli effetti della pandemia possa beneficiare di questo trattamento agevolato.

Conclusioni

Il ravvedimento speciale CPB con regole particolari per gli anni del Covid rappresenta un’importante opportunità per i contribuenti che hanno attraversato periodi di difficoltà durante la pandemia. Offrendo un metodo semplificato per calcolare la base imponibile e un’aliquota ridotta per l’imposta sostitutiva, questa misura permette di regolarizzare la propria posizione fiscale in modo vantaggioso.

Tuttavia, è fondamentale che i contribuenti valutino attentamente la propria situazione prima di aderire al ravvedimento. Le nuove disposizioni, pur offrendo vantaggi significativi, comportano anche responsabilità e potenziali rischi in caso di dichiarazioni non veritiere. La consulenza di un professionista esperto in materia fiscale può rivelarsi preziosa per navigare le complessità di questa normativa e prendere decisioni informate.

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