L’Agenzia delle Entrate ha recentemente chiarito gli ultimi dubbi sulle modalità di accesso al ravvedimento speciale introdotto dalla Legge di Bilancio 2023. Questo strumento, destinato a regolarizzare posizioni fiscali pregresse, si rivolge esclusivamente ai contribuenti che applicano gli Indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA) e che hanno aderito al concordato preventivo biennale. Pertanto, i contribuenti che operano in regime forfettario e che hanno aderito al concordato sono esclusi dalla sanatoria.
Il ravvedimento speciale: una soluzione per regolarizzare il passato
Il ravvedimento speciale, previsto dall’art. 1, commi 174-178 della Legge n. 197/2022, rappresenta una opportunità unica per i contribuenti di sanare violazioni tributarie relative agli anni dal 2018 al 2022. Questa misura si distingue dal ravvedimento operoso ordinario per l’applicazione di sanzioni ridotte al 3% e la possibilità di versare l’importo dovuto in otto rate trimestrali.
Tuttavia, l’accesso è limitato a specifiche categorie di contribuenti. Chi applica gli indici di affidabilità fiscale (ISA) e ha aderito al concordato preventivo biennale può usufruire di questa opportunità, purché siano rispettate alcune condizioni chiave, come vedremo nei prossimi paragrafi.
Chi può accedere al ravvedimento speciale?
L’accesso al ravvedimento speciale è riservato ai contribuenti che, nel periodo d’imposta 2018-2022:
- Applicano gli Indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA);
- Hanno aderito a un concordato preventivo biennale entro la scadenza del 31 ottobre 2024, come previsto dall’art. 1, comma 6-bis del D.Lgs 13/2024.
Questa limitazione mira a premiare i contribuenti che dimostrano una gestione fiscale trasparente e che, seppur in difficoltà, intendono regolarizzare eventuali anomalie passate.
Esempio pratico – Immaginiamo un contribuente che, nell’anno d’imposta 2020, abbia omesso di dichiarare una parte di reddito imponibile. Se il contribuente applica gli ISA e ha aderito al concordato preventivo biennale entro i termini previsti, potrà regolarizzare la violazione versando la differenza d’imposta e una sanzione del 3%, anziché quella ordinaria del 30%.
Le esclusioni dal ravvedimento speciale
Non tutte le violazioni possono essere sanate con il ravvedimento speciale. L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che restano escluse:
- Le violazioni già contestate con atti di accertamento notificati entro il 31 marzo 2023;
- Quelle relative al monitoraggio fiscale (ad esempio, l’omessa dichiarazione di attività finanziarie detenute all’estero);
- Le omissioni che influiscono sulla determinazione del reddito con criteri forfettari.
Queste esclusioni rispondono all’esigenza di garantire che lo strumento sia utilizzato per regolarizzare situazioni ordinarie, senza agevolare comportamenti fraudolenti o gravi omissioni.
Le precisazioni delle Entrate
Durante lo scorso Video Forum, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che i contribuenti che operano in regime forfettario e che hanno aderito al concordato sono esclusi dalla sanatoria, come stabilito dal Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 04.11.2024. Tale esclusione deriva dal fatto che, per accedere al ravvedimento speciale, è necessario aver aderito al CPB nella versione disciplinata dagli articoli da 10 a 22 del Decreto Legislativo n. 13/2024. In particolare, come ribadito dall’articolo 2-quater, comma 6-bis, del Decreto-legge n. 113/2024, e dall’articolo 7-bis del Decreto Legge n. 155/2024, i contribuenti che determinano il reddito con criteri forfettari non possono beneficiare della sanatoria.