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Recupero degli aiuti di Stato: quando l’Agenzia delle Entrate può emettere più accertamenti

31 Luglio, 2024

Nel complesso scenario fiscale italiano, una recente pronuncia della Corte di Cassazione ha introdotto un principio innovativo che potrebbe rivoluzionare le modalità di recupero degli aiuti di Stato illegittimi. L’ordinanza n. 15006 del 29 maggio 2024 ha stabilito che, in determinate circostanze, l’Agenzia delle Entrate può emettere più accertamenti fiscali per recuperare aiuti di Stato incompatibili con la normativa europea, anche in deroga al consolidato principio di unitarietà dell’accertamento fiscale.

Questa decisione, apparentemente tecnica, ha in realtà profonde implicazioni sia per i contribuenti che per l’amministrazione finanziaria. Analizziamo nel dettaglio questa sentenza, le sue motivazioni e le possibili conseguenze per il panorama fiscale italiano.

Il caso concreto: l’esenzione IRAP in Sicilia

La vicenda al centro dell’ordinanza della Cassazione riguarda un contribuente siciliano che aveva beneficiato di un’esenzione dall’IRAP prevista dalla legge regionale n. 21/2003. Questa agevolazione, concepita per stimolare lo sviluppo economico della Sicilia, permetteva alle imprese già operanti nell’isola di non pagare l’IRAP per cinque anni sulla parte di base imponibile eccedente la media dichiarata nel triennio 2001-2003.

Tuttavia, la Commissione europea, con una decisione del 14 agosto 2015, ha dichiarato che questa misura costituiva un aiuto di Stato incompatibile con il mercato interno, a meno che non rientrasse nei limiti del cosiddetto regime “de minimis”. In seguito a questa decisione, l’Agenzia delle Entrate ha emesso un primo avviso di accertamento per recuperare parte dell’aiuto. Successivamente, ha emesso un secondo avviso per recuperare la parte rimanente. È proprio questo secondo accertamento ad essere stato oggetto di contestazione, arrivando fino in Cassazione.

Il principio dell’unitarietà dell’accertamento fiscale

Per comprendere appieno la portata innovativa della sentenza, è necessario approfondire il principio dell’unitarietà dell’accertamento fiscale. Questo principio, sancito dall’articolo 41-bis del D.P.R. 600/1973, stabilisce che l’Agenzia delle Entrate dovrebbe, in linea generale, effettuare un unico accertamento completo per ciascun periodo d’imposta.

L’idea alla base di questo principio è quella di garantire al contribuente una difesa unitaria e complessiva. In altre parole, il contribuente dovrebbe poter conoscere in un’unica soluzione tutte le contestazioni mosse dall’amministrazione finanziaria per un determinato anno, potendo così organizzare la propria difesa in modo efficace e completo.Questo principio ha radici profonde nel diritto tributario italiano e si basa su due pilastri fondamentali:

  • La tutela del contribuente: permettendo al contribuente di conoscere in un’unica soluzione tutte le contestazioni, si garantisce una difesa più efficace e si evita il rischio di accertamenti a sorpresa o dilazionati nel tempo.
  • L’efficienza dell’azione amministrativa: l’Agenzia delle Entrate è incentivata a condurre verifiche complete e approfondite, evitando accertamenti frammentari o incompleti.

Tuttavia, come spesso accade nel diritto, esistono eccezioni a questa regola. Ad esempio, l’Agenzia può emettere un accertamento parziale quando emergono nuovi elementi o informazioni. Ma, fino ad ora, non era mai stato ammesso un secondo accertamento basato sugli stessi elementi già considerati in precedenza.

La disapplicazione del principio per il recupero degli aiuti di Stato

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in questione, ha introdotto una nuova e importante eccezione al principio dell’unitarietà dell’accertamento. Ha stabilito che, quando si tratta di recuperare aiuti di Stato dichiarati incompatibili dalla Commissione europea, l’Agenzia delle Entrate può emettere più accertamenti, anche se basati sugli stessi elementi.

Questa decisione si fonda su un principio cardine del diritto dell’Unione Europea: la prevalenza del diritto comunitario su quello nazionale. In pratica, la Corte ha affermato che l’obbligo di recuperare gli aiuti di Stato illegittimi, imposto dall’UE, è più importante del principio nazionale dell’unitarietà dell’accertamento.

Per comprendere meglio la portata di questa decisione, immaginiamo il seguente scenario:Un’azienda siciliana ha beneficiato dell’esenzione IRAP per un importo di 150.000 euro. L’Agenzia delle Entrate, dopo la decisione della Commissione europea, emette un primo accertamento per recuperare 50.000 euro, ritenendo che questa sia la parte eccedente il limite “de minimis”. Successivamente, l’Agenzia si rende conto che l’intero importo di 150.000 euro dovrebbe essere recuperato. Secondo la nuova interpretazione della Cassazione, l’Agenzia può emettere un secondo accertamento per recuperare i restanti 100.000 euro, anche se basato sugli stessi fatti del primo.

Le implicazioni per contribuenti e amministrazione finanziaria

Questa decisione della Cassazione ha importanti conseguenze sia per i contribuenti che per l’Agenzia delle Entrate.Per i contribuenti:

  • Maggiore incertezza: potrebbero trovarsi a dover affrontare più accertamenti relativi allo stesso periodo d’imposta e alla stessa questione.
  • Difesa più complessa: la necessità di difendersi da più accertamenti potrebbe rendere più onerosa e complicata la strategia difensiva.
  • Necessità di maggiore attenzione: i contribuenti dovranno essere più cauti nell’usufruire di agevolazioni fiscali che potrebbero configurarsi come aiuti di Stato.

Per l’Agenzia delle Entrate:

  • Maggiore flessibilità: avrà uno strumento in più per adempiere agli obblighi imposti dall’Unione Europea in materia di recupero degli aiuti di Stato.
  • Possibilità di correzione: potrà correggere eventuali errori o omissioni nei primi accertamenti.
  • Responsabilità accresciuta: dovrà utilizzare questo nuovo potere con cautela, per evitare abusi o eccessi.

Conclusioni

La sentenza della Cassazione rappresenta un punto di svolta nel delicato equilibrio tra diritto nazionale e diritto dell’Unione Europea in materia fiscale. Da un lato, riafferma la supremazia del diritto comunitario, dall’altro introduce una significativa eccezione a un principio consolidato del diritto tributario italiano.Questa decisione sottolinea l’importanza crescente del diritto europeo nella formazione e nell’interpretazione del diritto tributario nazionale. Inoltre, evidenzia la necessità per i contribuenti di essere sempre più consapevoli delle implicazioni europee delle agevolazioni fiscali di cui beneficiano

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