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Redditometro al tramonto, in arrivo l’Accertamento 2.0

30 Luglio, 2024

Il redditometro, strumento controverso utilizzato dall’Agenzia delle Entrate per valutare la congruità tra reddito dichiarato e spese sostenute dai contribuenti, è destinato a scomparire definitivamente dall’ordinamento tributario. Questa decisione, emersa in seguito a un recente Consiglio dei Ministri, segna l’inizio di una nuova era nella lotta all’evasione, focalizzata sui grandi evasori e volta a garantire maggiori tutele per i contribuenti onesti.

In questo articolo, esploreremo le ragioni di questo cambiamento, le implicazioni per i contribuenti e le nuove strategie che il governo intende adottare per contrastare efficacemente l’evasione fiscale.

Il tramonto del redditometro

Il redditometro, introdotto nell’ordinamento tributario italiano con l’obiettivo di individuare situazioni di potenziale evasione fiscale, ha sempre suscitato dibattiti e critiche per la sua natura presuntiva. Il suo funzionamento si basava sul confronto tra le spese sostenute dal contribuente e il reddito dichiarato, presumendo che in caso di significativo scostamento potesse esserci una situazione di evasione. Tuttavia, questo approccio ha mostrato nel tempo limiti evidenti, sia in termini di efficacia che di equità fiscale.

Nonostante una platea potenziale di oltre 30 milioni di contribuenti, il redditometro è rimasto in larga parte inutilizzato, trasformandosi più in uno “spauracchio” che in un efficace mezzo di contrasto all’evasione. I dati della Corte dei Conti sono eloquenti: nel 2022, sono stati effettuati solo 352 accertamenti basati sul redditometro, con un recupero di appena 805.000 euro. Questi numeri evidenziano come lo strumento sia stato più un deterrente psicologico che un reale strumento di lotta all’evasione.

L’Accertamento 2.0: una nuova strategia

L’abolizione del redditometro non significa che il governo intenda abbassare la guardia nella lotta all’evasione fiscale. Al contrario, si sta delineando un nuovo approccio, definito dal viceministro all’Economia Maurizio Leo come “accertamento sintetico 2.0”. Questa nuova metodologia mira a focalizzare l’attenzione sui cosiddetti “grandi evasori”, ovvero quei soggetti che manifestano un tenore di vita elevato pur non dichiarando alcun reddito al fisco.

L’idea alla base di questo nuovo strumento è quella di innalzare la soglia di scostamento tra spese sostenute e redditi dichiarati, introducendo al contempo un limite compreso tra i 50.000 e gli 80.000 euro. In questo modo, si intende evitare quella che è stata spesso definita una “pesca a strascico”, concentrando invece gli sforzi su casi di evasione più significativi e strutturati.

Implicazioni per i contribuenti

Il passaggio dal redditometro all’Accertamento 2.0 promette di portare benefici significativi per i contribuenti onesti. Con il vecchio sistema, anche chi aveva ricevuto un’eredità o aveva altre fonti di reddito legittime ma non immediatamente evidenti poteva finire nel mirino del fisco. Il nuovo approccio, concentrandosi su scostamenti più elevati, dovrebbe ridurre il rischio di accertamenti ingiustificati.

Prendiamo ad esempio il caso di un professionista che dichiara un reddito annuo di 60.000 euro ma possiede una villa di famiglia ereditata e effettua un costoso viaggio all’estero grazie a un premio aziendale. Con il redditometro, questo contribuente avrebbe potuto essere oggetto di accertamento. Con il nuovo sistema, è probabile che non rientri nei parametri di controllo, essendo lo scostamento inferiore alle nuove soglie ipotizzate.

Il dibattito politico

La decisione di superare il redditometro ha trovato ampio consenso nel panorama politico italiano. Esponenti di diverse forze politiche hanno espresso soddisfazione per questa scelta, sottolineando come essa possa garantire maggiori tutele per i cittadini onesti e al contempo permettere una lotta più mirata ed efficace contro chi evade sistematicamente il fisco.

Tuttavia, è importante notare che il processo di definizione del nuovo strumento è ancora in corso. La delicatezza della materia, particolarmente attenzionata anche dal Quirinale, richiede una riflessione approfondita per garantire che il nuovo sistema sia efficace, equo e rispettoso dei diritti dei contribuenti.

Conclusioni

L’abolizione del redditometro e l’introduzione dell’Accertamento 2.0 rappresentano un cambio di paradigma nella lotta all’evasione fiscale in Italia. Questa evoluzione mira a coniugare l’efficacia dell’azione di contrasto con una maggiore equità e precisione, concentrando gli sforzi sui casi di evasione più rilevanti e strutturati.

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