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Regime forfetario e contratto misto: nuove opportunità e regole per i professionisti

19 Ottobre, 2024

Il panorama fiscale italiano sta per subire un‘importante evoluzione grazie al Disegno di Legge Lavoro, recentemente approvato dalla Camera dei Deputati e ora in attesa del via libera del Senato. Questa riforma introduce novità significative per i lavoratori autonomi che beneficiano del regime fiscale forfetario, aprendo la possibilità di mantenere tale regime agevolato anche in presenza di un rapporto di lavoro dipendente, seppur con specifiche condizioni da rispettare.

Il regime forfetario: caratteristiche e limiti

Il regime forfetario, introdotto dalla legge n. 190/2014, rappresenta il regime fiscale naturale per le persone fisiche che esercitano attività d’impresa, arti o professioni in forma individuale. Per accedervi, i contribuenti devono rispettare due criteri fondamentali: aver conseguito nell‘anno precedente ricavi o compensi non superiori a 85.000 euro e aver sostenuto spese per lavoro dipendente non superiori a 20.000 euro lordi.

Questo regime offre notevoli vantaggi, tra cui una determinazione semplificata del reddito imponibile e un’aliquota fiscale ridotta. Il reddito viene calcolato applicando ai ricavi o compensi percepiti dei coefficienti di redditività, che variano in base al settore di attività. L’imposta sostitutiva si applica con un’aliquota del 15%, che scende al 5% per le nuove attività nei primi cinque anni. Inoltre, questo regime comporta significative semplificazioni sia in ambito IVA che nelle imposte dirette.

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La lotta alla mono-committenza e le nuove deroghe

Una delle principali preoccupazioni del legislatore riguarda l’abuso delle partite IVA in regime di mono-committenza, situazione che potrebbe mascherare rapporti di lavoro subordinato. Per contrastare questo fenomeno, la legge di Bilancio 2019 ha introdotto una clausola di esclusione dal regime forfetario per coloro che svolgono la propria attività prevalentemente nei confronti di datori di lavoro attuali o recenti, o di soggetti ad essi riconducibili.

Il DDL Lavoro interviene proprio su questo punto, introducendo importanti deroghe a questa clausola di esclusione. La nuova normativa prevede la possibilità di mantenere il regime forfetario anche in presenza di un rapporto di lavoro dipendente, ma solo a determinate condizioni.

Le novità per i professionisti iscritti ad albi o registri

Per i professionisti iscritti ad albi o registri, si apre la possibilità di esercitare l’attività libero-professionale a favore di datori di lavoro con più di 250 dipendenti, dai quali sono contemporaneamente assunti con un contratto di lavoro subordinato. Questo contratto deve essere a tempo indeterminato e parziale, con un orario compreso tra il 40% e il 50% del tempo pieno previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro applicato.

Estensione ai lavoratori autonomi non iscritti ad albi

La norma si estende anche ai lavoratori autonomi non iscritti ad albi o registri professionali, ma in questo caso è necessaria la stipula di specifiche intese nell’ambito della contrattazione collettiva di prossimità, come previsto dall’articolo 8 del decreto-legge n.138/2011.

Condizioni e garanzie per la validità dei contratti misti

Il legislatore ha previsto una serie di condizioni per garantire la genuinità di questi rapporti misti. Innanzitutto, il numero dei dipendenti dell’azienda deve essere calcolato al 1° gennaio dell’anno in cui vengono stipulati i contratti. Inoltre, il lavoratore autonomo deve eleggere un domicilio professionale distinto da quello del datore di lavoro.

Un aspetto cruciale riguarda la certificazione del contratto di lavoro autonomo, che deve essere effettuata dalle commissioni previste dal D.Lgs. n. 273/2003. Questa certificazione mira a garantire la netta separazione tra i due rapporti di lavoro, evitando sovrapposizioni nell’oggetto, nelle modalità della prestazione, negli orari e nelle giornate di lavoro.

La contrattazione di prossimità: un’opportunità per i non iscritti

Per i lavoratori autonomi non iscritti ad albi o registri, l’accesso al regime forfetario in presenza di un contratto di lavoro dipendente è subordinato alla stipula di accordi di prossimità. Questi accordi, introdotti dal D.L. n. 138/2011, permettono alle imprese di derogare a disposizioni di legge e contrattuali in specifiche materie, attraverso accordi sottoscritti a livello aziendale o territoriale.

La validità di questi accordi è subordinata al rispetto di rigide procedure e alla partecipazione di organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative o di rappresentanze sindacali aziendali riconosciute. Questo meccanismo offre una flessibilità notevole, pur nel rispetto dei principi costituzionali e delle normative internazionali sul lavoro.

Conclusione

Le novità introdotte dal DDL Lavoro rappresentano un significativo passo avanti nella regolamentazione del lavoro autonomo in Italia. Aprendo la possibilità di mantenere il regime forfetario anche in presenza di un rapporto di lavoro dipendente, si offre maggiore flessibilità ai professionisti, pur mantenendo le necessarie tutele per evitare abusi.

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