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Regime forfetario e ordinario: il nodo del vincolo triennale per i professionisti

2 Ottobre, 2024

Il regime forfetario rappresenta una delle opzioni fiscali più apprezzate dai professionisti e dalle piccole partite IVA in Italia. Introdotto dalla Legge di Stabilità 2015, questo regime offre notevoli vantaggi in termini di tassazione agevolata e semplificazione degli adempimenti per i contribuenti con ricavi o compensi non superiori a 85.000 euro annui. Tuttavia, la possibilità di passare liberamente tra questo regime e quello ordinario è stata oggetto di un acceso dibattito, soprattutto per quanto riguarda i professionisti. In questo articolo, analizzeremo nel dettaglio la questione del vincolo triennale e gli ultimi sviluppi interpretativi, fornendo una panoramica co

Il quadro normativo e interpretativo

La situazione normativa e interpretativa sul tema del passaggio tra regime forfetario e ordinario è stata caratterizzata da incertezze e apparenti contraddizioni. Per le imprese in contabilità semplificata, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito sin dal 2018, con la risoluzione n. 64/E, che il passaggio tra i due regimi può avvenire senza vincoli temporali. Questa interpretazione ha offerto alle imprese una notevole flessibilità nella scelta del regime fiscale più conveniente di anno in anno.

Per i professionisti, invece, la questione è rimasta più nebulosa e complessa. Una risposta a interpello del 2019 (n. 107) sembrava imporre il vincolo triennale per chi, pur avendo i requisiti per il forfetario, avesse “scelto” il regime ordinario. Questa interpretazione ha creato notevole preoccupazione tra i professionisti, limitando di fatto la loro libertà di scelta e pianificazione fiscale.

Nel 2023, la circolare n. 32/E dell’Agenzia delle Entrate ha ribadito la possibilità di passaggio senza vincoli tra i due regimi, ma il testo sembrava ancora riferirsi principalmente alle imprese, lasciando i professionisti in una zona grigia interpretativa. Questa situazione ha creato una potenziale disparità di trattamento tra imprese e professionisti, generando incertezza e preoccupazione tra questi ultimi.

Le recenti aperture per i professionisti

Nonostante il quadro apparentemente restrittivo, recenti risposte a interpello di alcune Direzioni Regionali dell’Agenzia delle Entrate hanno aperto nuovi scenari anche per i professionisti. In particolare, la Direzione Regionale dell’Emilia-Romagna (risposta n. 909-1960/2021) e quella dell’Abruzzo (risposta n. 915-994/2021) hanno esteso ai professionisti l’interpretazione favorevole già applicata alle imprese.

Queste risposte hanno affermato che, nonostante la risoluzione n. 64/E del 2018 facesse riferimento esplicito alle imprese, lo stesso principio può essere applicato anche ai professionisti, sussistendo “analoghe condizioni”. Di conseguenza, anche per i professionisti sarebbe possibile passare dal regime ordinario a quello forfetario (e viceversa) senza dover attendere il decorso del triennio.

Questa evoluzione interpretativa rappresenta un importante passo avanti verso la parità di trattamento tra imprese e professionisti. Tuttavia, è importante sottolineare che queste risposte non sono state pubblicate sul sito istituzionale dell’Agenzia delle Entrate, limitandone la portata generale e lasciando ancora un margine di incertezza.

Implicazioni pratiche e considerazioni

L’evoluzione interpretativa, seppur positiva, non risolve completamente l’incertezza per i professionisti. Manca ancora un chiarimento ufficiale a livello centrale dell’Agenzia delle Entrate che superi esplicitamente la precedente interpretazione restrittiva contenuta nella risposta a interpello n. 107 del 2019. Inoltre, la mancata pubblicazione delle risposte citate sul sito istituzionale dell’Agenzia ne limita la portata generale.

Permane quindi una situazione di potenziale disparità tra regioni diverse, in base all’interpretazione adottata dalle singole Direzioni Regionali. Questo scenario crea una situazione di incertezza giuridica che può influenzare le scelte fiscali dei professionisti e la loro pianificazione economica.

Consigli operativi

In questo contesto di incertezza, è consigliabile per i professionisti adottare un approccio prudente nella gestione del proprio regime fiscale. È fondamentale valutare attentamente la convenienza del regime fiscale scelto, considerando non solo l’aspetto tributario ma anche quello gestionale e amministrativo. Ogni situazione professionale è unica e richiede un’analisi approfondita delle specifiche circostanze.

Prima di effettuare il passaggio da un regime all’altro, è altamente raccomandabile presentare un’istanza di interpello alla Direzione Regionale competente. Questo permetterà di ottenere un parere specifico sul proprio caso, fornendo una maggiore sicurezza nella scelta fiscale. È inoltre cruciale conservare accuratamente tutta la documentazione relativa alla scelta del regime fiscale e alle eventuali comunicazioni con l’Agenzia delle Entrate, per poter dimostrare la buona fede in caso di contestazioni future.

Conclusioni

La questione del vincolo triennale per il passaggio tra regime forfetario e ordinario per i professionisti sembra orientarsi verso una soluzione positiva, in linea con quanto già stabilito per le imprese. Tuttavia, in assenza di un chiarimento definitivo a livello centrale, permane un margine di incertezza che richiede cautela da parte dei professionisti.

È auspicabile che l’Agenzia delle Entrate emani presto un documento di prassi che chiarisca definitivamente la questione, eliminando ogni disparità di trattamento tra imprese e professionisti. Questo garantirebbe a tutti i contribuenti la possibilità di scegliere liberamente il regime fiscale più adatto alle proprie esigenze, senza vincoli temporali, promuovendo una maggiore equità fiscale e semplificazione amministrativa.

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