Il tema della sostenibilità ha assunto un ruolo centrale nella normativa europea, spingendo le imprese ad affrontare con maggiore trasparenza le proprie responsabilità ambientali. Tra le priorità, l’informativa sui cambiamenti climatici ha un’importanza cruciale: non solo per le implicazioni dirette sulle attività economiche, ma anche per gli obblighi di rendicontazione richiesti dal quadro normativo europeo, in particolare dagli European Sustainability Reporting Standards (ESRS).
Tra questi, il principio ESRS E1 si concentra sull’obbligo di fornire informazioni dettagliate su emissioni di gas serra (GES), rischi climatici e strategie di mitigazione, elementi che devono essere integrati nella relazione sulla gestione.
Il contesto normativo e l’importanza dell’ESRS E1
Il principio ESRS E1 si inserisce nel quadro più ampio della Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), che mira a rafforzare la trasparenza delle imprese in materia di sostenibilità e cambiamenti climatici. Il suo obiettivo principale è garantire che le imprese forniscano una rappresentazione chiara, completa e verificabile dei propri impatti ambientali, con particolare attenzione agli sforzi di mitigazione dei cambiamenti climatici in linea con l’Accordo di Parigi.
L’Accordo di Parigi, adottato nel 2015, punta a contenere l’aumento della temperatura globale entro 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, obiettivo che richiede un impegno collettivo per ridurre drasticamente le emissioni di GES. In questo contesto, l’ESRS E1 chiede alle imprese di dimostrare come le loro strategie aziendali siano allineate a questa transizione globale verso un’economia a basse emissioni di carbonio.
Nello specifico, il principio ESRS E1 obbliga le imprese a:
- Identificare e descrivere gli impatti rilevanti, sia positivi che negativi, della propria attività sui cambiamenti climatici;
- Rendicontare gli sforzi di mitigazione presenti e futuri, esplicitando gli obiettivi di riduzione delle emissioni;
- Fornire dettagli sui propri piani di transizione climatica, evidenziando come intendono adattare il modello aziendale per contribuire alla sostenibilità.
Questo approccio normativo non si limita al settore ambientale, ma si collega anche agli altri ambiti della sostenibilità, come l’inquinamento (ESRS E2), la gestione delle risorse idriche e marine (ESRS E3) e la tutela della biodiversità (ESRS E4).
Cosa inserire nella relazione sulla gestione
La relazione sulla gestione rappresenta lo strumento centrale attraverso cui le imprese devono comunicare le proprie iniziative in materia di cambiamenti climatici. Per essere conforme all’ESRS E1, essa deve includere informazioni dettagliate su una serie di aspetti chiave.In primo luogo, l’impresa deve esplicitare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, spiegando come questi siano compatibili con l’obiettivo globale di contenere il riscaldamento a 1,5°C. A questo si aggiunge la descrizione delle leve di decarbonizzazione individuate, ovvero le azioni specifiche che l’azienda intende adottare per ridurre il proprio impatto climatico.
Ad esempio, un’impresa del settore manifatturiero potrebbe illustrare l’adozione di tecnologie innovative per migliorare l’efficienza energetica, evidenziando i risultati attesi in termini di riduzione delle emissioni di CO2. La relazione dovrebbe includere anche una quantificazione degli investimenti effettuati per supportare tali misure, come l’acquisto di macchinari a basse emissioni o l’implementazione di impianti di energia rinnovabile.
Un altro elemento essenziale è il piano di transizione climatica, che deve fornire una visione strategica di lungo periodo. Questo piano deve essere integrato con la strategia aziendale complessiva e approvato dagli organi di governance. Esso deve includere una valutazione qualitativa e quantitativa degli impatti previsti, ad esempio in termini di riduzione dei costi operativi o di accesso a nuovi mercati legati alla sostenibilità.
L’importanza della gestione delle emissioni di gas serra
L’ESRS E1 richiede alle imprese di rendicontare le proprie emissioni di GES, suddivise in tre categorie principali:
- Emissioni dirette (Scope 1): derivanti dalle attività operative dell’impresa, come l’uso di combustibili fossili nei processi produttivi.
- Emissioni indirette energetiche (Scope 2): legate al consumo di energia acquistata, come elettricità o calore.
- Emissioni indirette lungo la catena del valore (Scope 3): che includono tutte le altre emissioni collegate all’attività aziendale, come quelle derivanti dai fornitori o dall’uso dei prodotti da parte dei clienti.
Ad esempio, un’azienda del settore logistico potrebbe investire in una flotta di veicoli elettrici per ridurre le emissioni dirette (Scope 1) e adottare fornitori di energia rinnovabile per abbattere le emissioni indirette (Scope 2).
La rendicontazione delle emissioni deve essere accompagnata da una descrizione delle strategie di mitigazione adottate, come l’acquisto di crediti di carbonio o l’implementazione di tecnologie di cattura e stoccaggio della CO2.
Rischi e opportunità economico-finanziarie
Un aspetto fondamentale dell’ESRS E1 è l’integrazione delle informazioni economico-finanziarie legate ai cambiamenti climatici. Le imprese devono identificare i rischi fisici e i rischi di transizione che potrebbero influire sulla loro attività.
I rischi fisici includono eventi climatici estremi, come alluvioni o siccità, che possono danneggiare gli asset aziendali.
Ad esempio, un’azienda agricola dovrebbe quantificare il valore degli impianti a rischio di inondazione e descrivere le misure adottate per proteggerli, come la costruzione di strutture di drenaggio.I rischi di transizione, invece, riguardano i costi associati all’adattamento alle normative sulla sostenibilità, come l’acquisto di tecnologie più efficienti o la sostituzione di fonti energetiche fossili con fonti rinnovabili.
D’altro canto, i cambiamenti climatici offrono anche opportunità economiche. Ad esempio, un’impresa che sviluppa prodotti a basse emissioni di carbonio potrebbe accedere a nuovi mercati in crescita, aumentando i propri ricavi. Nella relazione sulla gestione, è importante quantificare queste opportunità, fornendo stime dettagliate sui potenziali benefici economici.
Conclusioni
L’integrazione dell’informativa sui cambiamenti climatici nella relazione sulla gestione rappresenta una sfida complessa, ma anche un’opportunità per le imprese di dimostrare il proprio impegno verso la sostenibilità. L’applicazione del principio ESRS E1 richiede un approccio strategico, basato su trasparenza, responsabilità e visione di lungo periodo.
Per le imprese, questo è il momento di trasformare gli obblighi normativi in un vantaggio competitivo, migliorando la propria reputazione e attrattività sul mercato. La sostenibilità non è solo un dovere, ma una leva per innovare e creare valore nel tempo.