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Revisione statutaria necessaria per definire la durata delle cariche direttive nelle ASD

14 Settembre, 2024

Sono il presidente di una associazione sportiva dilettantistica (A.S.D.) di recente costituzione. Rileggendo lo statuto, mi sono accorto che non abbiamo indicato la durata in carica dei componenti del consiglio direttivo. Mi chiedo se questa omissione possa rappresentare un problema per la nostra associazione e come dovremmo procedere per risolverlo.

La mancata indicazione nello statuto della durata in carica dei componenti del consiglio direttivo di un’associazione sportiva dilettantistica (A.S.D.) rappresenta effettivamente una criticità che richiede attenzione e intervento. Lo statuto è il documento fondamentale che regola la vita dell’associazione e la mancata previsione della durata degli organi sociali solleva dubbi sulla corretta redazione di questo atto essenziale. La definizione della durata delle cariche è un elemento cruciale per garantire il regolare turnover dei dirigenti e l’attuazione del principio di elettività, pilastri fondamentali della governance associativa. L’assenza di limiti temporali precisi per le cariche direttive potrebbe teoricamente portare a situazioni di permanenza indefinita nelle posizioni di responsabilità, in contrasto con i principi di democraticità e partecipazione che dovrebbero caratterizzare le associazioni sportive dilettantistiche. Generalmente, la prassi suggerisce una durata del mandato di quattro anni, spesso allineata al ciclo olimpico, ma questa indicazione deve essere esplicitamente inserita nello statuto per avere validità. La mancanza di questa previsione non solo può creare incertezze nella gestione dell’associazione, ma potrebbe anche esporre l’A.S.D. a contestazioni o problematiche in caso di controversie interne o verifiche da parte degli organi di controllo. Per risolvere questa situazione, è fortemente consigliabile procedere a una attenta revisione dello statuto, con l’obiettivo di integrare le disposizioni mancanti relative alla durata delle cariche sociali. Questo processo di revisione dovrebbe essere condotto con la massima cura, possibilmente con l’assistenza di un professionista esperto in diritto associativo e sportivo, per assicurare che tutte le modifiche siano conformi alle normative vigenti e alle best practices del settore. La modifica statutaria dovrà essere approvata dall’assemblea dei soci secondo le modalità previste dallo statuto stesso e, una volta formalizzata, andrà comunicata agli enti competenti (come il Registro Nazionale delle Attività Sportive Dilettantistiche) per gli adempimenti del caso. In conclusione, sebbene l’omissione rilevata rappresenti una criticità da affrontare, essa offre anche l’opportunità di rivedere e migliorare lo statuto dell’associazione, rafforzandone la struttura organizzativa e la conformità normativa.

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