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Sconto in fattura e cessione del credito 2025 : le nuove regole e cosa cambia per le detrazioni edilizie

4 Febbraio, 2025

Dal 2025 entrano in vigore importanti novità relative alle detrazioni fiscali per interventi edilizi. Il blocco generalizzato delle opzioni di cessione del credito e sconto in fattura, introdotto da una serie di decreti recenti, pone fine a un sistema che negli ultimi anni aveva favorito l’accesso alle agevolazioni fiscali in modo più immediato. Solo il superbonus, seppur con una detrazione ridotta al 65%, rimane l’unica eccezione.

Le opzioni di cessione e sconto in fattura: cosa cambia dal 2025

Fino al 2024, i contribuenti potevano usufruire delle detrazioni fiscali relative agli interventi edilizi in due modalità:

  • Inserendo la detrazione nella dichiarazione dei redditi, ripartendola in quote annuali,
  • Optando per la cessione del credito o lo sconto in fattura, che permetteva di ottenere immediatamente il beneficio fiscale cedendolo a terzi (banche, istituti finanziari, fornitori) o ricevendo uno sconto diretto sul costo dell’intervento.

Dal 1° gennaio 2025, questa seconda opzione viene quasi completamente eliminata. Le nuove regole stabiliscono che tali agevolazioni sono disponibili solo per il superbonus, con una detrazione che scende al 65% contro il 90% o il 110% degli anni precedenti. Per tutti gli altri interventi edilizi, come la riqualificazione energetica standard, misure antisismiche o recupero del patrimonio edilizio, sarà possibile beneficiare delle detrazioni esclusivamente attraverso la dichiarazione dei redditi, senza possibilità di cessione o sconto.

Il blocco delle cessioni dal 29 maggio 2024

Un ulteriore cambiamento significativo riguarda il divieto di cessione del credito per le rate residue non ancora utilizzate. Questo blocco, che è entrato in vigore dal 29 maggio 2024, si applica a tutti i contribuenti che:

  • Hanno già usufruito di una o più quote annuali di detrazione nella propria dichiarazione dei redditi,
  • Non hanno ancora dichiarato alcune quote residue.

In sostanza, dal 29 maggio 2024, chi ha maturato detrazioni edilizie legate a interventi conclusi negli anni precedenti (ad esempio, tra il 2020 e il 2023) non può più cedere le quote residue non utilizzate. Il divieto riguarderà tutti i beneficiari delle agevolazioni, inclusi persone fisiche, soggetti IRES, condomini e altri enti.

Una deroga importante a questo divieto riguarda, invece, i crediti già presenti nei cosiddetti “cassetti fiscali”. In questo caso, sarà ancora possibile trasferire le singole rate annuali di credito tra soggetti che hanno già esercitato opzioni di cessione o sconto in fattura in precedenza.

Deroga per i lavori avviati prima del 2023

Nonostante il blocco generale, il legislatore ha introdotto alcune deroghe per lavori avviati prima del 17 febbraio 2023, data di entrata in vigore del Decreto Legge 11/2023. In particolare, se i lavori sono stati avviati entro questa data e le relative spese sono documentate (ad esempio, attraverso fatture) entro il 30 marzo 2024, sarà ancora possibile optare per la cessione del credito o lo sconto in fattura.

Questa deroga si applica anche a interventi specifici come:

  • Efficientamento energetico ai sensi dell’art. 14 del DL 63/2013,
  • Misure antisismiche previste dall’art. 16 del DL 63/2013,
  • Recupero del patrimonio edilizio disciplinato dall’art. 16-bis del TUIR (DPR 917/1986).

Tuttavia, si tratta di una finestra temporale limitata, destinata a chiudersi definitivamente dopo il 30 marzo 2024.

Superbonus: l’unica eccezione, ma con detrazione ridotta

Dal 2025, il superbonus rimane l’unica detrazione edilizia per cui è ancora possibile esercitare le opzioni di cessione del credito o sconto in fattura. Tuttavia, le condizioni sono meno vantaggiose rispetto al passato. La detrazione, infatti, sarà ridotta al 65% delle spese sostenute, con un impatto significativo sui benefici economici per i contribuenti.

Esempio – Un condominio decide di effettuare interventi di isolamento termico nel 2025, sostenendo una spesa di 100.000 euro. Con il superbonus al 65%, il credito d’imposta massimo sarà pari a 65.000 euro. I condomini potranno decidere di utilizzare il credito in dichiarazione dei redditi, cederlo a una banca o ottenere uno sconto in fattura direttamente dal fornitore.

Categorie speciali: le eccezioni per enti no-profit e case popolari

Alcuni soggetti beneficiano di deroghe specifiche alle nuove regole, come previsto dal comma 3 dell’art. 2 del DL 11/2023. Tra questi troviamo:

  • Gli istituti autonomi case popolari,
  • Le cooperative di abitazione a proprietà indivisa,
  • Le organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS),
  • Le organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale.

Questi enti potranno continuare a esercitare le opzioni di cessione o sconto in fattura anche per spese sostenute successivamente al 30 marzo 2024, grazie a una deroga soggettiva introdotta dal legislatore.

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