La recente riforma fiscale ha introdotto un’importante novità: dal 2025 i sostituti d’imposta non saranno più obbligati a trasmettere la Certificazione Unica per i titolari di Partita IVA in regime forfettario e nel regime di vantaggio (spesso definito “regime dei minimi”). Questo intervento normativo, che entra in vigore in virtù dell’Articolo 3 del decreto legislativo n. 1/2024, rende ancora più evidente il percorso di semplificazione e digitalizzazione avviato dal Fisco, anche grazie all’obbligo di fatturazione elettronica esteso ai forfettari.
L’eliminazione della certificazione unica per forfettari e minimi
L’eliminazione dell’obbligo di trasmettere la Certificazione Unica a favore di coloro che adottano il regime forfettario o quello di vantaggio è una misura che modifica in modo significativo le procedure di dichiarazione dei redditi. Fino allo scorso anno, i sostituti d’imposta erano tenuti a inviare la CU anche per i compensi erogati a questi contribuenti.
Oggi, invece, si esenta il committente da tale adempimento, in considerazione del fatto che l’Agenzia delle Entrate dispone già delle informazioni su redditi e prestazioni professionali grazie alla fatturazione elettronica, resa obbligatoria per i forfettari a partire dal 1° gennaio 2024. In sostanza, si punta a ridurre duplicazioni di dati e passaggi superflui.
I riferimenti normativi e il ruolo dell’agenzia delle entrate
Secondo quanto stabilito dall’Articolo 3 del decreto legislativo n. 1/2024, l’obbligo di presentare la CU viene meno per tutti i redditi prodotti dai contribuenti in regime forfettario e in regime di vantaggio, iniziando dal periodo d’imposta 2024 e con effetti concreti a partire dall’anno successivo. L’Agenzia delle Entrate ha chiarito la portata di questa modifica tramite la Circolare n. 8/2024, sottolineando come la fatturazione elettronica sia centrale nella strategia di semplificazione fiscale.
Grazie a questa fonte unificata di informazioni, l’Amministrazione Finanziaria può già monitorare in modo efficace le operazioni dei contribuenti, rendendo meno necessario l’invio di ulteriori documenti.
Le conseguenze pratiche per i sostituti di imposta
Lo stop alla trasmissione della CU per forfettari e minimi snellisce gli impegni dei sostituti di imposta, che si troveranno con una scadenza in meno nel calendario delle incombenze annuali.
Per comprendere meglio la portata di questa modifica, può essere utile un esempio. Immaginiamo un professionista in regime forfettario che presta consulenza a più aziende nel corso dell’anno; in passato, ciascuna di queste avrebbe dovuto inviare una CU per dichiarare i compensi corrisposti.
Con la nuova regola, ciò non avverrà più, riducendo la mole di dati che l’azienda deve trasmettere e permettendo al Fisco di recuperare le stesse informazioni dalle fatture elettroniche emesse dal professionista.
Ulteriori aspetti di semplificazione e riflessi futuri
La riforma, nel suo insieme, è espressione di un più ampio progetto di digitalizzazione delle procedure fiscali, già in parte realizzato grazie alla progressiva estensione dell’obbligo di fatturazione elettronica. Il futuro potrebbe riservare ulteriori interventi volti a unire sempre più le basi dati a disposizione dell’Amministrazione Finanziaria, facilitando le verifiche, semplificando i processi e riducendo gli errori.
L’eliminazione della CU per i regimi forfettari e di vantaggio è, dunque, un passo significativo verso un sistema in cui i principali adempimenti siano automatizzati, a beneficio sia dell’Erario sia dei contribuenti.