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Tesseramento dei volontari sportivi in ASD e SSD: obbligo o scelta consapevole?

14 Febbraio, 2025

Con l’introduzione della riforma dello sport, sancita dal d.lgs. 36/2021, il ruolo del volontario sportivo è stato finalmente riconosciuto e regolamentato, mettendo in evidenza la sua importanza nel contesto delle Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche (ASD e SSD). Tuttavia, questa normativa ha sollevato una domanda cruciale per i dirigenti sportivi e gli operatori del settore: il tesseramento dei volontari è obbligatorio o una semplice facoltà?

Il volontario sportivo: chi è e cosa fa

La figura del volontario sportivo è disciplinata dall’articolo 29 del d.lgs. 36/2021, che ne definisce chiaramente il ruolo e le caratteristiche. In base a questa norma, un volontario è una persona che mette a disposizione il proprio tempo e le proprie competenze in modo personale, spontaneo e gratuito, senza finalità di lucro, nemmeno indirette.

Attività istituzionali del volontario

Le attività che può svolgere un volontario sportivo sono strettamente legate alla missione istituzionale dell’ente sportivo e comprendono:

  • La pratica sportiva diretta.
  • La formazione degli atleti.
  • La didattica e l’organizzazione di corsi.
  • La preparazione atletica.

Queste attività sono considerate fondamentali per il funzionamento di ASD e SSD e sono regolate in modo da garantire che la figura del volontario non venga confusa con quella di un lavoratore subordinato o autonomo.

Esempio pratico: Alessandro, un insegnante di educazione fisica, dedica alcune ore settimanali a una ASD locale, occupandosi della preparazione atletica di una squadra giovanile di basket. Alessandro non riceve alcun compenso per questa attività: il suo contributo è esclusivamente volontario e finalizzato alla promozione dello sport.

Obblighi assicurativi: cosa prevede la legge?

Uno degli aspetti più rilevanti nella gestione dei volontari sportivi riguarda la loro tutela assicurativa. L’articolo 29, comma 4, del d.lgs. 36/2021 stabilisce che gli enti dilettantistici che si avvalgono di volontari sono obbligati a garantire loro una copertura assicurativa per la responsabilità civile verso terzi.

Questo obbligo si ricollega anche al codice del Terzo Settore (d.lgs. 117/2017), che richiede una protezione assicurativa specifica per tutti i volontari, al fine di tutelarli durante lo svolgimento delle loro attività. Non rispettare tale obbligo potrebbe comportare gravi conseguenze legali per l’ente sportivo.

Tesseramento e assicurazione: un legame non obbligatorio

È importante sottolineare che, sebbene la copertura assicurativa sia obbligatoria, la normativa non impone il tesseramento dei volontari come requisito per l’attivazione della polizza assicurativa.

Le ASD e SSD possono scegliere due opzioni:

  1. Tesserare i volontari: questa scelta è spesso preferita poiché molte federazioni sportive offrono pacchetti assicurativi inclusi nel costo del tesseramento.
  2. Attivare una polizza assicurativa autonoma: per i volontari non tesserati è possibile stipulare un’assicurazione separata, garantendo comunque la copertura obbligatoria.

Esempio pratico: Una ASD di nuoto decide di tesserare tutti i suoi volontari attraverso la Federazione Italiana Nuoto, che include la copertura assicurativa nella quota annuale del tesseramento. Un’altra ASD, invece, opta per una polizza dedicata per i volontari non tesserati, stipulata con una compagnia assicurativa privata. Entrambe le scelte sono conformi alla legge.

Attività non consentite ai volontari sportivi

Oltre a definire le attività istituzionali che il volontario può svolgere, la normativa stabilisce anche ciò che non può essere considerato volontariato sportivo.

Il confine tra attività istituzionali e commerciali

Le attività di un volontario devono essere sempre gratuite e legate agli scopi istituzionali dell’ente. Non è mai possibile retribuirlo, né direttamente né indirettamente, e l’unico rimborso consentito è quello delle spese documentate e sostenute nell’interesse dell’ente.

Sono invece escluse dal perimetro del volontariato sportivo tutte le attività di natura commerciale, come ad esempio:

  • La gestione di chioschi, bar o punti ristoro all’interno della struttura sportiva.
  • La vendita di biglietti o merchandising.

Esempio pratico: Chiara è volontaria presso una ASD di calcio e si occupa dell’organizzazione di allenamenti per i bambini. Tuttavia, durante un torneo, le viene chiesto di gestire il bar dello stadio. Questa attività, essendo di natura commerciale, non rientra tra quelle consentite ai volontari sportivi e deve essere regolata da un contratto specifico.

Incompatibilità con rapporti di lavoro

L’articolo 29 del d.lgs. 36/2021 specifica inoltre che le attività dei volontari sono incompatibili con qualsiasi forma di rapporto di lavoro subordinato o autonomo con l’ente presso cui operano. Questo significa che un volontario non può essere contemporaneamente un dipendente o un collaboratore retribuito della stessa ASD o SSD.

tesseramento: una scelta strategica

Alla luce di quanto analizzato, possiamo affermare che il tesseramento dei volontari sportivi non è un obbligo di legge, ma una scelta strategica.

I vantaggi del tesseramento

Il tesseramento può semplificare la gestione amministrativa e assicurativa, soprattutto per le ASD e SSD affiliate a federazioni sportive che includono la copertura assicurativa nei pacchetti di tesseramento. Inoltre, tesserare un volontario può rappresentare un riconoscimento formale del suo ruolo e del suo contributo all’interno dell’ente.

Quando non tesserare i volontari

In alcuni casi, invece, può essere più conveniente non procedere con il tesseramento, soprattutto se l’ente decide di stipulare una polizza assicurativa autonoma o se i volontari svolgono attività saltuarie o marginali.

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