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Transizione 5.0: il nuovo credito d’imposta per innovazione ed efficientamento energetico

27 Febbraio, 2024

Il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 26 febbraio 2024, ha approvato il decreto legge PNRR che definisce il programma Transizione 5.0, un nuovo credito d’imposta per le imprese per incentivare gli investimenti delle imprese nella transizione ecologica e digitale e che, quindi, effettuano investimenti in innovazione e riduzione dei consumi energetici nel biennio 2024-2025. Analizziamo nel dettaglio questa misura agevolativa.

Misura del credito d’imposta

L’entità del credito d’imposta Transizione 5.0 varia in base all’ammontare dell’investimento effettuato e ai risultati di risparmio energetico ottenuti.

In particolare, il credito d’imposta è riconosciuto con queste percentuali:

  • 35% della spesa sostenuta, per investimenti fino a 2,5 milioni di euro
  • 15% sulla quota di investimento tra 2,5 e 10 milioni
  • 5% sulla quota oltre i 10 milioni, fino al tetto massimo di 50 milioni per azienda e per anno

Tali percentuali aumentano nel caso si raggiungano risparmi energetici più elevati:

  • al 40%, 20% e 10%, nel caso di riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva localizzata nel territorio nazionale superiore al 6% o, in alternativa, di riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento superiore al 10%;
  • al 45%, 25% e 15%, nel caso di riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva localizzata nel territorio nazionale superiore al 10% o, in alternativa, di riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento superiore al 15%.

Per calcolare la riduzione dei consumi occorre prendere come riferimento quelli dell’anno precedente, depurandoli dalle variazioni di produzione e condizioni esterne che possono influenzarli.

Beneficiari

Il credito d’imposta Transizione 5.0 si applica a tutte le imprese residenti in Italia, di qualsiasi dimensione e settore, che effettuano investimenti nel biennio 2024-2025. Sono escluse le imprese in liquidazione o procedure concorsuali.

Investimenti ammissibili

Sono ammessi al credito d’imposta macchinari all’avanguardia, robotica, software di monitoraggio, piattaforme IT integrate con i sistemi aziendali. Rientrano anche i costi di formazione legati agli investimenti, nonché gli impianti fotovoltaici ad alta efficienza per l’autoconsumo. Analizziamoli più nel dettaglio.

Beni materiali e immateriali

Sono agevolabili gli investimenti in beni materiali e immateriali nuovi effettuati nel biennio 2024-2025 che permettono di ridurre i consumi energetici di almeno il 3-5%. L’importo massimo annuo è di 50 milioni di euro per impresa. Il credito d’imposta spetta per investimenti in beni materiali e immateriali nuovi e interconnessi ai sistemi aziendali.

Beni materiali

Sono agevolabili gli investimenti in beni materiali e immateriali nuovi indicati negli allegati A e B alla legge 232/2016, purché interconnessi al sistema produttivo aziendale e tali da determinare un risparmio energetico. Sono agevolabili macchinari e impianti innovativi come:

  • Macchine utensili per asportazione
  • Robot, robot collaborativi e sistemi multi-robot
  • Magazzini automatizzati che dialogano con i sistemi gestionali

Questi beni devono essere dotati di sistemi cyberfisici e interfacce IoT idonei a comunicare dati funzionali al miglioramento dei processi.

Sono ammessi anche impianti per la produzione e lo stoccaggio di energia da fonti rinnovabili, escluso il fotovoltaico incentivabile solo se ad alta efficienza.

Beni immateriali

Rientrano software, piattaforme e applicazioni per:

  • l’intelligenza degli impianti
  • il monitoraggio dei consumi
  • l’efficientamento energetico
  • la gestione aziendale se acquisiti congiuntamente ai precedenti

Questi beni immateriali devono essere integrati al sistema IT dell’azienda e ai macchinari connessi, per ottimizzare i processi produttivi.

I beni agevolabili sono quindi funzionali a innovare i processi aziendali riducendo i consumi energetici. L’interconnessione tra beni materiali e immateriali è requisito necessario per fruire del credito d’imposta.

Autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo

L’agevolazione spetta per investimenti in impianti per la produzione e l’accumulo di energia da fonti rinnovabili, destinata all’autoconsumo aziendale.

Sono ammessi impianti alimentati da qualsiasi fonte rinnovabile, ad eccezione delle biomasse.

Rientrano quindi ad esempio:

  • Impianti fotovoltaici
  • Impianti solari termici
  • Impianti eolici
  • Impianti geotermici
  • Impianti idroelettrici

Sono compresi anche i sistemi di accumulo abbinati agli impianti.

Per gli impianti fotovoltaici è prevista una maggiorazione del credito d’imposta se rientrano nelle classi ad alta efficienza del registro ENEA:

  • 120% per gli impianti in classe A
  • 140% per gli impianti in classe A+

Questa componente dell’agevolazione è concessa solo nell’ambito di progetti con riduzione dei consumi complessiva di almeno il 3-5% e con investimenti superiori a 40.000 euro.

L’obiettivo è promuovere l’autoproduzione efficiente di energia rinnovabile come leva per la transizione ecologica delle imprese.

Formazione 4.0 del personale

L’agevolazione spetta anche per le spese di formazione del personale legate agli investimenti effettuati. Questa è una novità rispetto alle precedenti misure Transizione 4.0 e Fondo Centrale.

Le spese di formazione sono ammesse entro il limite del 10% dell’importo totale dell’investimento. In ogni caso, il tetto massimo annuo è di 300.000 euro per impresa beneficiaria.

I corsi di formazione devono essere erogati da soggetti esterni specializzati. Non sono dunque agevolabili corsi di formazione interni.

Le attività formative devono essere finalizzate ad acquisire o consolidare le competenze tecniche necessarie per utilizzare al meglio le tecnologie oggetto degli investimenti.

Ad esempio, sono ammesse:

  • Formazione per gli operatori dei nuovi macchinari
  • Corsi per utilizzare al meglio software e piattaforme IT
  • Formazione tecnica per la gestione di nuovi impianti

L’obiettivo è sostenere l’adeguamento delle competenze dei lavoratori rispetto all’evoluzione tecnologica dei processi produttivi.

I requisiti precisi dei soggetti formatori saranno definiti dal decreto attuativo dedicato.

Requisiti per l’Ammissibilità alle Agevolazioni

Per ottenere il credito d’imposta è necessario presentare:

  • Una certificazione ex ante di un valutatore indipendente, che attesti la riduzione dei consumi energetici ottenibile tramite gli investimenti;
  • Una certificazione ex post dello stesso valutatore, che confermi la corretta realizzazione dell’intervento e il raggiungimento dei risparmi attesi;
  • Una certificazione di un revisore contabile che attesti l’effettivo sostenimento delle spese;
  • L’indicazione in fattura della norma agevolativa.

In sostanza, è richiesta una doppia validazione tecnica da parte di un esperto indipendente: prima sugli obiettivi attesi di risparmio energetico e poi sulla realizzazione concreta del progetto.

Per le PMI, le spese sostenute per la certificazione da parte del valutatore indipendente sono riconosciute in aumento del credito d’imposta per un importo massimo di 10.000 euro.

Utilizzo del credito

Il credito d’imposta è utilizzabile solo in compensazione, senza limiti di importo, a partire dall’anno successivo a quello di effettuazione degli investimenti e non oltre il 31.12.2025. Eventuali eccedenze potranno essere portate avanti e utilizzate in 5 quote annuali di pari importo.

Cumulabilità

Il credito di imposta Transizione 5.0 è cumulabile con altre agevolazioni a condizione che l’ammontare complessivo non superi il costo dell’investimento, ad esclusione di quelle europee e del credito Transizione 4.0. Si evidenzia che, stando alla bozza del DL, la nuova agevolazione non sarebbe cumulabile, in relazione ai medesimi costi ammissibili, con il bonus investimenti ex art.1 commi 1051 ss. della L. 178/2020, né con quello per la ZES unica Mezzogiorno ex  art.16 del DL 124/2023.

Disposizioni attuative

I dettagli operativi e le procedure per l’accesso al credito d’imposta Transizione 5.0 saranno definiti con un successivo decreto ministeriale.

In base alla normativa, per richiedere l’agevolazione le imprese dovranno inviare al Ministero delle Imprese e del Made in Italy apposite comunicazioni prima e dopo aver realizzato gli investimenti.

In particolare, servirà probabilmente presentare:

  • Una domanda preliminare prima di avviare il progetto;
  • Una richiesta definitiva a investimenti conclusi, con le certificazioni allegate.

I termini e le modalità di trasmissione delle comunicazioni saranno chiariti nel decreto attuativo, che completerà il quadro applicativo di questo nuovo incentivo fiscale. Pertanto, le imprese interessate dovranno quindi attendere le disposizioni operative del Ministero per conoscere con esattezza gli adempimenti e la procedura da seguire per ottenere il credito d’imposta.

Bisogna attendere due decreti attuativi

Il nuovo credito d’imposta Transizione 5.0 è stato introdotto dal decreto legge PNRR, ma per essere operativo necessita dell’emanazione di due fondamentali decreti attuativi. Il primo testo dovrà definire nel dettaglio le regole per l’accesso e la fruizione del bonus fiscale, mentre il secondo stabilirà i requisiti dei soggetti formatori abilitati ad erogare la formazione agevolabile. Fino alla pubblicazione di questi due provvedimenti le imprese dovranno dunque attendere per beneficiare concretamente del contributo.

Primo decreto attuativo

Il primo decreto, di competenza del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, dovrà definire:

  • Modalità di trasmissione delle comunicazioni e della documentazione necessaria per accedere e fruire del credito d’imposta.
  • Criteri per calcolare e attestare il risparmio energetico derivante dagli investimenti.
  • Iter autorizzativo e concessione del contributo.
  • Gestione del plafond di risorse stanziate.
  • Requisiti dei soggetti certificatori.
  • Specifiche su investimenti esclusi e modalità per garantire il contributo agli obiettivi climatici.

Il decreto dovrà essere emanato entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto legge che ha istituito Transizione 5.0.

Secondo decreto attuativo

Il secondo decreto definirà invece i requisiti che devono possedere i soggetti abilitati ad erogare la formazione al personale, le cui spese sono ammesse al credito d’imposta.

Non è prevista una scadenza per l’emanazione di questo secondo decreto attuativo.

I due provvedimenti completeranno il quadro attuativo necessario affinché le imprese possano concretamente accedere al nuovo incentivo Transizione 5.0, in attesa del quale lo stesso non è ancora operativo.

Esempi Pratici

Ecco alcuni possibili casi pratici per esemplificare il funzionamento del credito d’imposta Transizione 5.0:

Esempio #1

La società Alfa Srl, piccola impresa manifatturiera con sede in Lombardia, effettua nel 2024 un investimento di 1 milione di euro per rinnovare il proprio impianto produttivo, installando macchinari e impianti ad alta efficienza energetica.
Il progetto consente di ridurre i consumi energetici dell’azienda del 4% annuo rispetto all’anno precedente.
Trattandosi di una piccola impresa con investimenti fino a 2,5 milioni, Alfa Srl può beneficiare del credito d’imposta del 35% sull’investimento effettuato, pari a 350.000 euro.

Esempio #2

La società Beta SpA, media impresa operante in Sicilia nel settore chimico, sostiene nel 2024 spese per 5 milioni di euro nell’ambito di un importante progetto di innovazione tecnologica che prevede l’installazione di nuovi impianti ad alta efficienza e il rinnovo del software gestionale interconnesso ai macchinari.
L’intervento comporta per Beta SpA una riduzione dei consumi energetici dell’impianto produttivo pari al 12% su base annua.
Essendo una media impresa con investimenti superiori a 2,5 milioni, Beta SpA può godere del credito d’imposta del 40% sulla quota fino a 2,5 milioni (1 milione), del 20% sulla quota tra 2,5 e 10 milioni (2,5 milioni) e del 10% sulla parte restante (1,5 milioni), per un totale di 1,4 milioni di euro.

Esempio #3

La società Gamma Srl, grande impresa che svolge attività logistica in Puglia, realizza nel 2024 investimenti per 15 milioni di euro in nuovi mezzi e attrezzature ecologiche per il proprio magazzino automatizzato, ottenendo una riduzione dei consumi energetici sui processi interessati pari al 13%.
Trattandosi di una grande impresa, Gamma Srl può ottenere il credito d’imposta del 35% sulla quota fino a 2,5 milioni (875.000 euro), del 15% sulla quota tra 2,5 e 10 milioni (1,5 milioni) e del 5% sulla quota tra 10 e 50 milioni (250.000 euro), per un credito complessivo di 2,625 milioni.

Esempio #4

La società Zeta Srl, piccola azienda che produce componenti elettronici in Veneto, effettua nel 2024 un investimento di 500.000 euro per realizzare un impianto fotovoltaico da 100 kW con pannelli ad alta efficienza (classe A+ del registro ENEA).

L’impianto consente un risparmio energetico del 6% rispetto all’anno precedente. Zeta Srl può godere del credito d’imposta maggiorato del 140% sull’investimento effettuato, ottenendo quindi 700.000 euro di credito.


Domande e Risposte

D: Qual è l’obiettivo principale del programma Transizione 5.0?

R: Il programma Transizione 5.0 mira a stimolare le imprese italiane a investire in innovazione, con un particolare enfasi sulla riduzione dei consumi energetici e sull’avanzamento della digitalizzazione.

D: Chi può beneficiare del credito d’imposta?

R: Tutte le imprese residenti in Italia e le organizzazioni stabili di soggetti non residenti, escluse quelle in liquidazione o soggette a procedure concorsuali.

D: Qual è l’entità del credito d’imposta disponibile?

R: Il credito d’imposta è variabile: 35% fino a 2,5 milioni di euro di investimento, 15% tra 2,5 e 10 milioni di euro, e 5% per investimenti superiori fino a un tetto di 50 milioni di euro all’anno.

D: Quali sono le condizioni per l’accesso al credito d’imposta?

R: Oltre all’investimento in beni nuovi e strumentali, è necessaria la presentazione di una comunicazione dopo l’investimento e di certificazioni che attestino la riduzione dei consumi energetici e l’effettiva realizzazione degli investimenti.

D: Il credito d’imposta è cumulabile con altre agevolazioni?

R: Sì, ma con limitazioni. Non è cumulabile con altre agevolazioni finanziarie europee o con crediti d’imposta simili, ma può essere combinato con altri contributi a patto di non superare il costo sostenuto.

D: Quali sono i beni agevolabili con il credito d’imposta Transizione 5.0?

R: Sono agevolabili macchinari all’avanguardia, robotica, software di monitoraggio energetico, piattaforme IT interconnesse, impianti per l’autoproduzione di energia rinnovabile. Rientrano anche le spese di formazione del personale legate agli investimenti.

D: Come si calcola l’entità del credito d’imposta Transizione 5.0?

R: Il credito d’imposta va dal 35% al 5% dell’investimento, a seconda dell’importo complessivo. Può maggiorarsi se si raggiungono risparmi energetici superiori al 6-10%. Il tetto massimo annuo è di 50 milioni di euro per impresa.

D: Quali sono gli adempimenti per accedere al credito d’imposta Transizione 5.0?

R: Servono una comunicazione preventiva al MIMIT, certificazioni tecniche che attestino il risparmio energetico previsto e conseguito, certificazione di un revisore sui costi sostenuti. I dettagli saranno nei decreti attuativi.

D: Quando sarà operativo il credito d’imposta Transizione 5.0?

R: Il credito d’imposta è stato introdotto dal DL PNRR, ma sarà operativo solo dopo l’emanazione di 2 decreti attuativi da parte del MIMIT, che dovranno definire modalità e requisiti di accesso.

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