Le recenti dichiarazioni del ministro per il Pnrr, la Politica di Coesione e gli Affari europei, Tommaso Foti, durante l’evento “Top 500 Campania” hanno finalmente dissolto i timori sull’insufficienza dei fondi destinati alla ZES Unica del Mezzogiorno. Secondo quanto emerso, anticipando il contenuto del provvedimento dell’Agenzia delle Entrate atteso per il 12 dicembre 2024, le imprese che hanno ottenuto l’autorizzazione a beneficiare del credito d’imposta potranno contare su un’agevolazione fiscale in misura piena, in linea con quanto stabilito dalla normativa istitutiva di questa zona economica speciale. Il meccanismo, previsto dalla Legge di Bilancio 2023 e successivamente potenziato con nuovi stanziamenti, garantisce una copertura solida non solo per gli investimenti avviati nel 2024, ma offre prospettive favorevoli anche per il 2025. L’annuncio smentisce la preoccupazione diffusasi alcuni mesi fa, quando si temeva un’insufficienza di risorse e la possibilità di ridurre l’aliquota agevolativa a livelli decisamente inferiori.
La conferma delle coperture finanziarie
Le notizie giunte da Palazzo Chigi hanno chiarito che tutte le autorizzazioni rilasciate dalla Struttura di missione del Governo sono state ammesse al credito d’imposta con l’aliquota del 60%, esattamente quella prevista dalla legge istitutiva della ZES unica del Mezzogiorno. Le imprese potranno dunque contare su un supporto fiscale concreto, quantificabile in circa 2,5 miliardi di euro, cifra che rientra pienamente nel quadro delle risorse precedentemente stanziate.
Il Governo aveva infatti già risposto all’esigenza di ulteriori coperture incrementando il fondo di oltre 1.600 milioni di euro, da aggiungere al miliardo e 800 milioni previsti dalla Legge di Bilancio 2023. Questo significativo ammontare, inizialmente considerato potenzialmente insufficiente, si è invece rivelato più che adeguato a sostenere l’intero piano di agevolazioni, senza la necessità di ulteriori incrementi.
La revisione delle istanze e il ruolo dell’Agenzia delle Entrate
In precedenza, il timore di non poter garantire l’aliquota prevista a tutte le richieste aveva indotto l’ex ministro per il Sud, Raffaele Fitto, ad assumere un atteggiamento di cautela. L’Agenzia delle Entrate, incaricata di esaminare la mole imponente di domande presentate (oltre 16mila, per più di 9 miliardi di investimenti annunciati), aveva inizialmente contemplato la possibilità di abbassare la percentuale al 17%. La svolta è arrivata grazie a un attento riesame di tutte le pratiche, supportato dall’invio di certificazioni integrative e dall’analisi dettagliata dei progetti d’investimento.
Il nuovo monitoraggio ha permesso di ridurre il numero dei piani considerati erroneamente gonfiati o privi dei requisiti necessari, restituendo così una fotografia più fedele e realistica dei fabbisogni effettivi. Questa correzione ha permesso di ripristinare l’aliquota agevolativa originaria, senza ledere alcuna posizione aziendale già consolidata.
Ad ogni modo si resta in attesa del provvedimento dell’Agenzia delle Entrate atteso per domani 12 dicembre 2024 per confermare le anticipazioni del Governo.
Prospettive per il 2025 e impegno del Governo
L’attuale quadro finanziario, consolidatosi grazie alla revisione delle domande e alla conferma del credito d’imposta nella misura massima prevista, rassicura gli operatori economici non solo per l’anno in corso, ma prospetta una certa continuità anche per il 2025. La premier Giorgia Meloni, in più occasioni, ha ribadito la centralità della ZES unica Sud quale strumento chiave per indirizzare capitali e progetti verso le regioni meridionali.
Qualora nei prossimi mesi si registrasse un incremento del numero di istanze o un ampliamento delle relative dimensioni, il Governo ha già dichiarato la propria disponibilità a intervenire con ulteriori risorse. In questo modo, l’assegnazione di un credito d’imposta pienamente operativo non resterà un’occasione isolata, ma potrà trasformarsi in un perno stabile della politica di sviluppo economico del Sud Italia.