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ZES unica: la nuova comunicazione integrativa elimina le precedenti

28 Agosto, 2024

Il panorama normativo relativo al credito d’imposta per gli investimenti nella Zona Economica Speciale (ZES) unica del Mezzogiorno ha subito una significativa evoluzione con l’introduzione del decreto-legge n. 113 del 9 agosto 2024. Questa novella legislativa ha portato cambiamenti sostanziali nelle procedure di comunicazione e verifica degli investimenti effettuati, ridefinendo gli obblighi per le imprese beneficiarie e le modalità di calcolo del credito fruibile.

La nuova comunicazione integrativa

Il fulcro della riforma risiede nell’articolo 1 del suddetto decreto-legge, che introduce l’obbligo di presentare una nuova comunicazione integrativa all’Agenzia delle Entrate. Questa disposizione si applica a tutti gli operatori economici che hanno già inoltrato la comunicazione per accedere al bonus a partire dal 12 giugno 2024. La finalità di questo nuovo adempimento è quella di attestare l’effettiva realizzazione degli investimenti precedentemente dichiarati.

Il legislatore ha stabilito una finestra temporale precisa per l’invio di questa comunicazione: dal 18 novembre al 2 dicembre 2024. È cruciale sottolineare che questo obbligo sussiste anche per quelle imprese che, nella comunicazione originaria, avevano già dichiarato investimenti completati alla data di trasmissione. Questa scelta normativa mira evidentemente a creare un quadro aggiornato e uniforme della situazione degli investimenti nella ZES unica.

L’impatto sulle precedenti disposizioni

Una delle conseguenze più rilevanti di questa nuova normativa è l’abrogazione de facto delle precedenti disposizioni in materia di comunicazioni integrative. In particolare, vengono superate due tipologie di comunicazioni: Innanzitutto, non sarà più possibile presentare le comunicazioni integrative previste dal paragrafo 5 del provvedimento dell’Agenzia delle Entrate datato 11 giugno 2024. Questa disposizione aveva originariamente lo scopo di permettere alle imprese di aggiornare le informazioni fornite in caso di variazioni negli investimenti pianificati.

In secondo luogo, sono state abolite le comunicazioni disciplinate dall’articolo 5, comma 5, del decreto interministeriale del 17 maggio 2024 per gli investimenti di importo inferiore, quest’ultima originariamente da presentare tra il 3.02.2025 e il 14.03.2025.

Queste comunicazioni erano state concepite per fornire un meccanismo di monitoraggio continuo sull’avanzamento degli investimenti.

L’eliminazione di questi adempimenti rappresenta un tentativo di semplificazione del processo, centralizzando tutte le informazioni in un’unica comunicazione integrativa. Questo approccio dovrebbe consentire all’Agenzia delle Entrate di avere un quadro più chiaro e aggiornato della situazione, facilitando al contempo il compito delle imprese che dovranno concentrarsi su un unico adempimento.

Il processo di rideterminazione del credito d’imposta

Un aspetto fondamentale di questa riforma riguarda il processo di rideterminazione della percentuale di credito d’imposta effettivamente fruibile. L’Agenzia delle Entrate, una volta ricevute tutte le nuove comunicazioni integrative, procederà a un ricalcolo di questa percentuale. Questo processo avverrà seguendo le regole stabilite dall’articolo 1 del DL 113/2024.

La nuova percentuale, una volta calcolata, sarà resa pubblica attraverso un provvedimento specifico dell’Agenzia delle Entrate. Il decreto ha fissato una scadenza precisa per questo passaggio: entro il 12 dicembre 2024. Questa tempistica serrata evidenzia l’intenzione del legislatore di fornire rapidamente alle imprese un quadro chiaro delle risorse effettivamente disponibili.Questo meccanismo di rideterminazione è cruciale per garantire una corretta allocazione delle risorse. Infatti, basandosi sugli investimenti effettivamente realizzati, anziché su quelli semplicemente pianificati, si ottiene una distribuzione più equa e realistica del credito d’imposta disponibile.

Conclusioni

La modifica normativa introdotta dal DL 113/2024 rappresenta un punto di svolta significativo nella gestione del credito d’imposta per la ZES unica del Mezzogiorno. Se da un lato impone un ulteriore adempimento alle imprese, dall’altro promette di garantire una maggiore precisione e equità nella distribuzione delle risorse disponibili.

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